Leonardo rivredrà la madre. Polizia: “Esiste un altro video”

di Emma Zampella

 PADOVA. Leonardo potrà finalmente riabbracciare sua madre: a diffondere la notizia è stato il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, che, durante la puntata diPorta a Portasu Rai1, ha ridato speranza a Ombretta Giglione, che ha perso la patria potestà.

Il primo incontro protetto con il con il figlio, nella casa famiglia di Padova che lo ospita da una settimana, avverrà alla presenza di uno psicoterapeuta e del responsabile della struttura di accoglienza. “Lo scopo – ha continuato Sapdafora – sarà anche quello di fissare il calendario delle visite che la donna potrà successivamente fare al figlio”. Durante la trasmissione sono stati mostrati inoltre alcuni dei passaggi di una sorta di lettera aperta che la madre di Leonardo ha scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al ministro della giustizia, perché le sia ridato il figlio. “Fatelo tornare alla sua casa – ha scritto tra l’altro la mamma – alla sua scuola, alla sua famiglia”. un messaggio questo lanciato anche al padre del bambino in un’altra epistola che è stata pubblicata su “Il Fatto Quotidiano”.

La madre chiede all’ex compagno di poter riabbracciare suo figlio: “sono sette giorni che non lo abbraccio e questo obbliga il mio cuore straziato a chiederti di fare in modo che il nostro Leonardo torni nella sua casa e nella sua scuola”. La madre non esclude poi un possibile riavvicinamento con il padre di Leonardo, ammettendo i propri errori: “Avrò sicuramente commesso errori nel caos che ci ha travolti, ma non ho mai impedito a Leonardo di vederti, anzi mi sono spesa affinché lo facesse, ma come sai si sentiva fortemente a disagio per la rudezza dei tuoi modi che suscitavano la sua sensibilità”.E ancora:“Verrà il tempo in cui saprà capire quelle volte in cui hai preferito alzare la voce anziché accarezzarlo”. Una supplica più che una lettera a cui arriva una risposta: “Leo deve tornare ad essere un bambino con due genitori, è chiaro che deve vedere sia il padre che la madre. Mi batterò con tutte le mie forze perché sia così. È questo il fine del percorso deciso dalla autorità giudiziaria e da me condiviso. Che, mio figlio, con i tempi necessari, torni ad avere entrambi i genitori”, ha detto il padre di Leonardo.

Lo stesso che adesso viene accusato dal segretario Regionale del Siulp, il Sindacato unitario dei lavoratori di polizia, Silvano Filippi, che testimonia la presenza di un ulteriore video in cui si vede l’altra faccia della vicenda. Filippi annuncia l’esistenza di un secondo filmatogirato dagli stessi poliziotti, che darebbe una versione diversa rispetto all’accaduto: “Quello che prende il bimbo per le gambe è il padre e questo nessuno l’ha detto. Il poliziotto, invece, solleva il bambino dalla schiena perchè il padre lo stava trascinando. Ben venga l’inchiesta voluta dal ministro Cancellieri”, continua il sindacalista. “Autorizzateci a divulgare il nostro filmato e a far capire che si tratta di un’esca velenosa buttata da alcune persone che non si sono arrese alla regola aurea in base alla quale una sentenza del giudice va eseguita senza possibilità di derogarvi”, conclude lo stesso Filippi. Intanto, lazia materna ed il nonno del bambinosono stati segnalati dalla Questura di Padova alla magistratura per le ipotesi di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria per avere ostacolato l’azione degli agenti.

Assieme a loro comparirebbe anche una terza persona, che potrebbe essere uno dei genitori dei compagni di scuola del bambino. Nel filmato contestato che ha scosso l’opinione pubblica compare anche l’ispettrice di polizia, che da quel giorno, sta attraversando un brutto periodo. “Invasata” e “fanatica”sono le parole più gentili che le sono state rivolte, per non considerare i gruppi su Facebook o nelle continue telefonate arrivate al 113. Insulti e a volte minacce di morte che sono destinati all’ispettrice responsabile dell’ufficio minori della Questura. Nel filmato ladonna appare con il distintivoal collo e il fiatone ancora pesante, mentre si rifiuta di rispondere alle domande sull’esecuzione del provvedimento del giudice: “Io non sono tenuta a dirle nulla”, spiega. “Io sono un ispettore di polizia e lei non è nessuno”. Ma è quest’ultima frase, forse decontestualizzata, a colpire l’indignazione di molti. La poliziotta è restata al lavoro dopo l’episodio, ma è piuttosto provata e in stato di stress e ha scelto di far rimanere a casa i suoi due figli per qualche giorno.

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