Corruzione, governo chiede fiducia al Senato

di Mena Grimaldi

 ROMA. E’ previsto per la serata di mercoledì nell’aula del Senato il voto la fiducia sul maxi emendamento del governo al disegno di legge anticorruzione.

A seguire ci sarà il voto finale sul provvedimento. Alla discussione in aula è stato presente mercoledì mattina il premier Mario Monti, ma non il presidente del Senato Renato Schifani, che non presiederà neppure al voto di fiducia in serata a causa di una “improvvisa indisposizione” che lo ha portato oggi ad accertamenti in ospedale, come dicono fonti di Palazzo Madama.

Contrariamente alla prassi di Palazzo Madama, è necessario anche il voto finale sul provvedimento per “ragioni tecniche”, ha detto la presidenza, perché la fiducia non può essere posta su parti del ddl già votate su identico testo a Camera e Senato. Fuori dal maxi emendamento rimane soltanto l’ultimo articolo del ddl con la “clausola di invarianza” – la norma secondo cui dalla legge non devono derivare maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il disegno di legge nel suo complesso ha l’ambizioso obiettivo di contrastare la corruzione in Italia riscrivendo alcuni reati e innalzando le relative pene e contiene una delega al governo per attuare il principio che nessuna persona condannata in via definitiva per corruzione possa correre in elezioni politiche ed amministrative. Sul disappunto di alcuni magistrati, il ministro Paola Severino ha precisato: “che inserire reati satellite della corruzione in questo ddl ne avrebbe determinato la paralisi”.

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