Chiesti otto anni per Vendola: “Se condannato lascio la politica”

di Mena Grimaldi

 BARI. Chiesti otto anni e otto mesi per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Nella mattinata di giovedì, infatti, si è tenuta l’udienza preliminare del processo che vede Vendola imputato di abuso d’ufficio in concorso con l’ex direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino.

Nell’udienza del 27 settembre scorso, Vendola aveva chiesto di essere processato con rito abbreviato. I fatti risalgono al periodo 2008 ad aprile 2009. La vicenda è quella relativa alla selezione per un posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto da Paolo Sardelli.

Gli inquirenti contestano a Vendola di aver istigato l’allora dg Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso, con l’obiettivo, ritiene la Procura, di assicurare a Sardelli l’assunzione quinquennale.

L’ udienza si è svolta a porte chiuse davanti al gup del Tribunale di Bari, Susanna De Felice. In aula i difensori dei due imputati, Massimo Roberto Chiusolo e Francesca Conte per Cosentino e Vincenzo Muscatiello per Vendola.

L’accusa è rappresentata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dai pm inquirenti, Francesco Bretone e Desirée Digeronimo. “Non ho interferito – ha dichiarato Vendola – perché fossero commessi degli illeciti. Si è ritenuto di riaprire i termini del concorso. In Italia negli ultimi anni sono stati riaperti 181 mila concorsi per primari, come a dire che non si tratta di una pratica illecita ma di una consuetudine, anche a garanzia della qualità della selezione”.

“Una sentenza di condanna – ha concluso il governatore della Puglia – sia pure relativamente a un concorso in abuso d’ufficio per me sarebbe un punto di non ritorno, segnerebbe un mio congedo dalla vita pubblica”.

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