Berlusconi fa dietrofront: “Obbligato a restare in campo”

di Redazione

 ROMA. “Delle conseguenze ci saranno. Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perchè ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me”.

All’indomani della sentenza di primo grado del processo Mediaset, che lo condanna a quattro anni di carcere per frode fiscale e a cinque di interdizione dai pubblici uffici, Silvio Berlusconi interviene al Tg5e torna ad attaccare quella che definisce “giustizia politicizzata”.

E’ “incredibile” che nella sentenza nel processo sui diritti tv si parli di “naturale capacità a delinquere”, si sfoga Berlusconi. Il Cavaliere ricorda i suoi successi come imprenditore “fino ad avere quasi 56mila collaboratori” e il “mio gruppo è uno dei primissimi contribuenti”; gli anni a Palazzo Chigi, con quasi dieci anni da presidente del Consiglio, “l’unico ad aver presieduto per tre volte il G8”); “sono padre di cinque figli, nonno di sei nipoti e sono incensurato. È incredibile parlare di naturale capacità a delinquere”. Berlusconi poi ricorda come l’evasione che gli è contestata sarebbe di circa “l’uno per cento delle imposte pagate allo Stato”. Quindi, sostiene, una cosa “ridicola”, una “costruzione fantascientifica”.

“Tra il 2006 e il 2010 ho versato 5,44 miliardi. Nessun gruppo versa tanto”, dice Berlusconi sostentendo che nel 2002 gli vengono contestati evasioni per “4,9 milioni di euro contro i 365 versati dal mio gruppo all’erario” ed analoga è la proporzione nel 2003.

E sottolinea: “Io non sono mai stato socio occulto di Agrama, visto che questo è stato provato da tutte le carte e documenti. E ci sono due prove inoppugnabili. Se fossi stato socio occulto di Agrama sarebbe bastata una mia telefonata a Mediaset per determinare l’acquisto di diritti che Agrama voleva vendere senza bisogno di pagare tangenti”. “Soprattutto – continua l’ex premier – se fossi stato socio di Agrama sarei venuto subito a conoscenza di pagamenti di una tangente ai responsabili dell’ufficio acquisti di Mediaset e non avrei potuto che provvedere all’immediato licenziamento”. “Nessun imprenditore – conclude – si sarebbe potuto comportare in modo diverso consentendo ai suoi dipendenti di rubare a danno suo e della sua azienda”.

FINI. “La dichiarazione di oggi è diversa da quella di ieri. Aspettiamo di vedere quale sarà la dichiarazione di domani”, commenta il presidente della Camera Gianfranco Fini. La notizia che Berlusconi non lascerà la politica è stata accolta con una risata dala platea del convegno organizzato dalla fondazione “Iniziativa Subalpina” di Michele Vietti. E, a caldo, Fini, che partecipava a un dibattito con Pier Ferdinando Casini e Emma Macegaglia, ha commentato che “la risata è la miglior risposta”. Più tardi, interpellato sulla battuta, ha precisato: “E’ la platea che ha risposto con una risata. Chiedete a chi ha riso perché lo ha fatto”.

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