Raiola a ruota libera: “Abete deve vergognarsi”

di Redazione

AbeteC’è chi non è tanto felice dell’operato della Federcalcio. Tra questi si erge Mino Raiola, noto agente Fifa, che in un’intervista concessa a “Radio Kiss Kiss” si scaglia letteralmente contro il modo d’agire di Giancarlo Abete.

“In Italia abbiamo una Federazione al cui capo c’è un presidente che fino a questo momento non ha visto vincere nulla all’Italia calcistica, l’unico successo è stato quello del 2006. Parliamo di un uomo che non è riuscito a far sì che gli Europei si giocassero in Italia, che non è riuscito ad aiutare i club a fare gli stadi di proprietà, che non ha fatto un solo cambiamento profondo nel sistema calcio italiano, eppure è ancora li a gestire. Una persona che fa il presidente di una Federazione e che non porta a casa gli Europei a vantaggio di Polonia ed Ucraina, con tutto il rispetto di questi due Paesi, deve vergognarsi di occupare la poltrona su cui siede. In Italia non abbiamo un solo stadio in condizioni ottimali, eccezione fatta per quello costruito dellaJuventus. Che sia chiaro: non attacco la personaAbete, ma il suo operato, sulla sua dirigenza e i fatti si vedono costantemente. Dico già da adesso che nei prossimi anni il campionato italiano all’estero sarà venduto come quinto, sesto o settimo prodotto. Oggi le nostre società vantano un budget importante che proviene dalle televisioni, ma tra 3-4 anni non avranno neanche quest’arma. Tutti dobbiamo muoverci per conservare questo giocattolo affinché non si rompa catastroficamente”.

Un atteggiamento sbagliato da parte della Federazione che, purtroppo, non è l’unico. Altra nota dolente è lo spazio riservato ai giovani: “In Italia c’è una mentalità nettamente sbagliata, si dà poco spazio ai giovani che sono il futuro. Si guarda troppo al passaporto e poco alla qualità del calciatore stesso. Pochi allenatori hanno il coraggio di prendersi la responsabilità di far crescere un giovane. In Germania gioca chi all’altezza, non si guarda mica la data di nascita. Da noi, invece, non li facciamo giocare e questo non a causa delle società: i dirigenti hanno una grande paura di prendere i giovani perché credono che poi gli allenatori li lasciano in panchina non dando loro fiducia”.

Balotelli ritorna in nazionale: “Non è un mio problema, tocca a Prandelli prendere una decisione. La mia opinione non è obiettiva. Se fossi un allenatore lo vorrei sempre in squadra”.

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