Inter, Stramaccioni vero re del derby

di Redazione

Andrea Stramaccioni Carattere, determinazione e compattezza in campo sembravano essere dei fattori del tutto estranei all’Inter di Andrea Stramaccioni almeno fino al derby di domenica sera.

I nerazzurri ci hanno messo il cuore, nonché la testa di Samuel dopo appena 3 minuti, riuscendo a portare a casa i tre punti malgrado l’espulsione di Nagatomo, ma soprattutto hanno vinto grazie alle scelte del tecnico romano che ha saputo “osare” fino al limite del comprensibile schierando in campo fin da subito giocatori come Juan Jesus, vero combattente al centro della difesa, o lo stesso Walter Gargano sulla mediana.

Stramaccioni è parso visibilmente soddisfatto ai microfoni di Sky nel post-partita: “Mi è piaciuto tantissimo l’approccio alla partita, realtà sulla quale avevamo lavorato tanto in settimana a più riprese durante gli allenamenti. L’Inter è entrata in campo con un’ aggressività ed una rabbia che non ho mai visto da quando alleno questa squadra . Altra cosa che mi ha colpito è stata la capacità di soffrire e di non concedere al Milan il fraseggio al limite dell’area, così facendo li abbiamo costretti ad andare sulle fasce ed a crossare, senza mai rinunciare a ripartire. Queste sono le due cose che mi sono piaciute”.

Crescita più importante della classifica: “L’avevo detto anche prima del derby: la cosa più importante è la crescita – dice l’allenatore nerazzurro-, l’aver concesso così poco in una condizione di inferiorità numerica è segnale di forza mentale. E’ normale soffrire molto 11 contro 10”.

Arbitraggio all’altezza? “Parliamo di calcio. Valeri ha arbitrato una partita molto difficile con i suoi quattro collaboratori. L’arbitro non ha penalizzato il Milan, guardate che siamo rimasti noi in 10 ed è una cosa che nel calcio moderno ti penalizza moltissimo. Lancio una provocazione: è meglio prendere un gol che rimanere. Domani ho il corso a Coverciano e la prima cosa che ci dicono è di rispettare l’arbitro. Io ho perso la pazienza per un fallo su Palacio ed ho chiesto subito scusa all’assistente. Sbagli di gioventù…”.

In cosa può migliorare l’Inter? “Dobbiamo migliorare nel fare la partita in quanto a dominio costante del gioco – spiega Stramaccioni-, è il più grande difetto che noto in questo momento. Adesso ho la sensazione che la squadra che schiero in campo sia una squadra difficile da affrontare e capace di far male quando usufruisce delle ripartenze. Siamo entrati in campo nella seconda frazione carichi e tenaci con Guarin, ma l’espulsione di Nagatomo ha guastato i piani. Stasera il palcoscenico è per i giocatori, ad un certo punto io in panchina potevo fare poco. Innescare la tecnica e la velocità di Coutinho è stata la cosa che ci è riuscita di meno, lui è stato un po’ preso nella morsa dei due centrali avversari. Per quanto riguarda la difesa, è un mio pensiero lo preciso, ma penso che per affrontare gente come El Shaarawy, Bojan e Boateng bisogna chiedere ai difensori centrali di scivolare per lasciare meno spazio possibile in spazio aperto. Arrivati vicino all’area in possesso di palla perdono gran parte della loro pericolosità”.

Qualcuno azzarda un paragone con Mourinho, Stramaccioni è chiaro: “Non è proponibile. L’’unica cosa che mi fa piacere è che mi dicono di essere un grande lavoratore sul campo, questo sì. Ma io non sono nessuno e non pecco di falsa modestia”.

“E’ vostro, è vostro”. E’ stata questa la dedicata fatta da Stramaccioni, vero re della serata, ai tifosi appena dopo la fine della partita. L’allenatore romano è corso sotto la curva nord. La ferita del rapporto iniziale con i supporters milanesi sembra essere guarita ed anche la classifica comincia a sorridere.

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