Donne rimosse dal catalogo Ikea in Arabia Saudita

di Mena Grimaldi

 Riad. “Non si possono cancellare le donne dalla realtà. Non permettendo loro di essere viste o sentite, o di lavorare, l’Arabia Saudita spreca metà del suo capitale intellettuale”.

Così ha commentato il ministro del Commercio, Ewa Bjorling, la scelta dell’Arabia Saudita di “cancellare” le donne dal catalogo Ikea. Un intervento per andare incontro alle regole del Paese.

L’Arabia Saudita ha regole molto rigide per quanto riguarda la segregazione dei sessi: le donne non possono guidare e hanno bisogno dell’autorizzazione dei propri tutori maschili per viaggiare o ricevere cure mediche. Immediata la reazione da parte della Svezia, casa madre del colosso del mobile fai-da-te, nonchè nazione orgogliosa per le sue politiche in favore dell’eguaglianza tra i sessi.

Birgitta Ohlsson, ministro svedese per l’Europa, ha affermato su Twitter che si tratta di un atteggiamento “medievale”. La portavoce dell’Inter Ikea Systems, società proprietaria del marchio Ikea, ha dichiarato che la multinazionale svedese sta approfondendo la questione.

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