Ucciso perche’ stava per investire il figlio di Bidognetti: tre arresti

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE.Tre affiliati alla fazione Bidognetti dei Casalesi, ritenuti responsabili di un omicidio avvenuto l’8 febbraio del 2002 per motivi di viabilità, sono stati arrestati giovedì dai carabinieri di Caserta.

Coinvolti anchedue collaboratori di giustizia Luigi Guida, allora reggente del clan, e LuigiGrassia.Tre gli i destinatari delle ordinanze:Giovanni Letizia, 32 anni, già arrestato nel 2008 in quanto componente del gruppo stragista di Setola, Nicola Verolla, 66 anni, e Gaetano Pagano, 60 anni. Letizia ebbe il ruolo di autista della vettura Audi A6 dalla quale scese Guida per commettere l’omicidio. Seduto, dietro di lui, c’era Luigi Grassia, anch’egli armato. Verolla fu il custode delle armi e dell’autovettura, mentre Pagano mise a disposizione un deposito di sua proprietà dove gli esecutori materiali si erano appostati prima di partire per commettere il delitto. Anche Verolla e Pagano sono già detenuti per altre vicende.

La vittima fu Antonio Petito, barbaramente trucidato con numerosi colpi di pistola mentre era in auto, vicino alla sua abitazione.Poco prima, infatti, aveva quasi investito Gianluca Bidognetti, all’epoca tredicenne, figlio del boss “Cicciotto ‘e mezzanotte”. Un banale litigio per motivi di viabilità che però per i Bidognetti significò aver “offeso l’onore della famiglia”.

Un’onta che la madre di Gianluca, Anna Carrino, decise di lavare con il sangue. Fu proprio lei, infatti, a chiedere al reggente del clan, Luigi Guida, di organizzare la spedizione omicida. Guida, dalle cui dichiarazioni sono scaturiti gli arresti, insieme a quelle di altri pentiti (tra i quali la stessa Carrino, Emilio Di Caterino e Massimo Iovine), esplose contro Petito 12 colpi di pistola calibro 9 a distanza ravvicinata.

Un’azione osteggiata da alcuni componenti del gruppo dei Casalesi in quanto ritenuta troppo cruenta in rapporto al torto subito: questi, infatti, suggerirono solo di intimorire Petito, poiché ritenuto un bravo ragazzo. Ma Guida fu irremovibile sulla sua decisione e mise subito a tacere le voci dissonanti sul destino della vittima.

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