Schettino impugna il licenziamento: vuole essere riassunto e risarcito

di Emma Zampella

Francesco SchettinoNAPOLI. Chiede di essere riassunto ed impugna il procedimento per giusta causa: il comandante, Francesco Schettino, continua a far parlare di sé e le sue azioni e dichiarazioni suscitano notevole interesse.

Dopo la tragedia dell’Isola del Giglio, quando a bordo della nave da crociera Costa Crociera persero la vita 32 persone dopo lo scontro contro uno scoglio, il comandante Schettino è stato licenziato dalla società che ha utilizzato come causale non solo il tragico episodio, ma h formalizzato la propria decisione riportando anche le dichiarazioni di chi era a bordo della nave.

Dagli uffici genovesi della società un portavoce fa sapere che “Costa Crociere ha concluso il procedimento disciplinare iniziato nei confronti di Schettino a seguito del naufragio di Costa Concordia, disponendone il licenziamento”, sempre dalla compagnia spiegano che “il licenziamento è stato formalizzato alla fine di luglio e il comandante Schettino lo ha impugnato”. Perché mai una decisione del genere da parte di Schettino? Secondo il capitano della nave infatti, al momento dello scontro con lo scoglio, egli avrebbe adempiuto ai propri doveri e avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere. Tanto che uno dei suoi legali, Bruno Leporatti, a stento conferma l’impugnazione del procedimento da parte del suo assistito. Ovviamente la questione diventa delicata: qualsiasi decisione a vantaggio dell’una o dell’altra parte potrebbe essere utilizzata nel processo in cui lo stesso Schettino risulta essere imputato.

Come riportato su “Repubblica”, sembra che “i legali della Costa (la società appartiene al gruppo statunitense Carnival) abbiano motivato il licenziamento del loro, ormai ex, comandante contestandogli numerose violazioni compiute la notte del naufragio. Tra queste c’è sicuramente il complesso di ordini e manovre che hanno determinato la collisione contro gli scogli. Vero è che su questo punto si attende la conclusione del procedimento penale e che la procura di Grosseto, oltre a Schettino e altri membri dell’equipaggio ha indagato anche i tre manager Roberto Ferrarini, Manfred Ursprunger e Paolo Mattesi ipotizzando così responsabilità pure nei confronti di Costa Crociere”.

Tra i “capi d’imputazione” del licenziamento, Costa Crociere avrebbe inserito anche alcuni comportamenti valutati come gravi violazioni del contratto e del codice della navigazione. E non a caso sono state riprese quelle dichiarazioni che volevano Schettino sotto gli effetti dell’alcool tanto che un crocerista dichiarò di aver visto il comandante bere alcolici un’ora prima del naufragio, “un intero decanter di vino”. E poi ci sono i movimenti di Schettino dopo la collisione e il suo abbandono della nave quando ancora a bordo c’erano centinaia di passeggeri. Una fase fissata per sempre nella storia dalle parole pronunciate via radio dall’ufficiale della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco: “Guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io la porto… le faccio passare un’anima di guai. Vada a bordo, cazzo!”

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