Rifiuti, “consulenze inutili”: la Corte dei Conti cita Luigi Cesaro

di Redazione

Luigi CesaroNAPOLI. È di oltre 1,5 milioni di euro il danno arrecato all’Erario per inutili consulenze affidate dalla società in house della Provincia di Napoli Sapna SpA, costituita nel dicembre del 2009 per gestire il ciclo integrato dei rifiuti e traghettare la provincia napoletana fuori dall’emergenza ambientale.

Le indagini contabili, disposte dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania ed eseguite dai Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli (Nucleo di Polizia Tributaria), hanno portato anche al sequestro conservativo di beni immobili, conti correnti e crediti presso terzi, riconducibili ai soggetti ritenuti responsabili, per un ammontare pari all’intero importo del danno contestato.

I militari delle Fiamme Gialle, attraverso l’accurato esame della documentazione amministrativo-contabile della Sapna, hanno ricostruito puntualmente i numerosi incarichi di consulenza esterna affidati già in fase di avvio dalla società partecipata.

Per ciascuno dei soggetti affidatari di consulenze, i finanzieri hanno esaminato a fondo le motivazioni e le procedure seguite dalla società per l’affidamento degli incarichi, i curricula vitae dei professionisti designati, gli elaborati dagli stessi prodotti nell’espletamento dei rispettivi incarichi, la relativa fatturazione ed i giustificativi di pagamento, avendo quale obiettivo generale quello di verificare il rispetto della normativa prevista in materia, con specifico riferimento agli obblighi di pubblicità, all’urgenza dell’affidamento, alle mansioni svolte ed alla rendicontazione delle attività, alla effettiva utilitas conseguita dalla società stessa.

Le indagini hanno evidenziato in primo luogo che gli incarichi professionali sono stati conferiti senza porre in essere le previste procedure di evidenza pubblica. In aggiunta a tale irregolarità, è poi emerso che lecosiddette “consulenze” non hanno di fatto comportato alcun effettivo arricchimento professionale per la Sapna.

Infatti, grazie ai puntuali riscontri eseguiti dai militari del Gruppo Tutela Spesa Pubblica, si è potuto dimostrare come gli incarichi attribuiti dalla partecipata, seppur definiti formalmente “consulenziali”, sono risultati, nella sostanza, carenti dei requisiti normativamente previsti per essere considerati tali (unicità ed eccezionalità delle prestazioni) ed anzi si sono caratterizzati per la loro continuità ed ordinarietà.

Secondo le contestazioni mosse dalla Procura Contabile e dalla Guardia di Finanza, quindi, gli amministratori che, nel tempo, si sono succeduti a capo della Sapna hanno affidato a consulenti esterni l’esecuzione di attività rientranti propriamente nei compiti ordinari per i quali la società stessa è stata costituita ed è stata dotata di risorse finanziarie e di personale. In tal modo si è causato un inutile esborso di denaro pubblico per retribuire dei professionisti anziché impiegare per tali mansioni il personale della società già in servizio.

Il danno complessivo subito dalle finanze pubbliche è stato quantificato dalle Fiamme Gialle e dalla Corte dei Conti in complessivi 1.559.798,05 euro, pari alle somme erogate dalla Sapna Spa per l’inutile conferimento di consulenze, e contestato itre amministratori unici della Sapna, al presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, all’assessore delegato alle partecipate e adue dirigenti del medesimo ente territoriale.

Nell’ambito del relativo procedimento amministrativo-contabile la Corte dei Conti ha disposto il sequestro di immobili, conti correnti e crediti nei confronti di 6 dei 7 soggetti ritenuti responsabili, per un ammontare pari a quello del danno contestato.

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