Il presidio di Guardia Medica in preda al degrado

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. Umiliati, calpestati nella dignità e nel diritto alla salute, una crudele punizione non inflitta al malfattore da un tribunale, ma alla persona malata, debole, al familiare costretto a recarsi al presidio di guardia medica di Trentola, ubicato al prolungamento di via Roma – direzione Aversa, …

… dove nauseanti odori di rifiuti di ogni genere aggrediscono il malcapitato, che deve prestare anche massima attenzione, evitando così, di calpestare escrementi umani e l’aggressione di pericolosi insetti nello spazio adiacente l’ambulatorio.

Eppure, la civiltà di un territorio e di chi lo governa si misurano soprattutto dal rispetto che si ha per la persona debole, ammalata, non calpestando i suoi diritti alla salute e la sua dignità. Una vera odissea quella che attende il malcapitato che si reca al presidio, costretto a turarsi il naso nelle ore di attesa e cercando di non guardare ciò che lo circonda, mentre aspetta uno dei due medici di turno, per un’utenza di oltre 40mila abitanti fra Trentola Ducenta, Parete, Lusciano, magari in visita domiciliare.

Così che l’utente, facendo bene attenzione a non calpestare feci e sporcizia varia, può finalmente entrare nel presidio medico, sporco. In bella vista cestini non svuotati da tempo e senza raccolta differenziata, niente arredo per conservazione medicinali, tra l’altro non in dotazione, nemmeno per il primo soccorso, tutto ciò in barba alla normativa che prevede la continuità di assistenza del medico di fiducia. Alla richiesta di spiegazioni il medico di turno allarga le braccia, quasi in segno di rassegnazione.

Bisogna dunque intervenire, restituendo il diritto all’igiene e alla salute della gente, disponendo anche la pulizia dello spazio adiacente la guardia medica, anche se non di esclusiva competenza comunale, al di là delle responsabilità consequenziali all’igiene non delegabili e ricadenti in capo al sindaco del territorio, per la difesa delle fasce deboli, di ammalati e familiari, che per necessità si recano al presidio, chiedendo di essere aiutati a star bene e non per aggravare il proprio stato di sofferenza fisica.

di Franco Musto

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