Udc a Capasso: “Quando il pretesto diviene regola”

di Redazione

 SANT’ARPINO. Il comunicato del consigliere comunale Ernesto Capasso in merito alla riunione della direzione cittadina del 27 settembre scorso, per tempistiche, contenuti e relative contraddizioni, si presta al sospetto dalla inopportuna strumentalizzazione dell’attività del partito

… per il pubblico annuncio della ricerca di “una vera alternativa a questa maggioranza, che ha tradito tutte le aspettative…”. Nel fare ammenda in anticipo per il cattivo pensiero, ci corre l’obbligo di dare pubblico riscontro alle censure dell’autorevole membro di partito, anche se avremmo preferito un leale e proficuo confronto all’interno della sezione. Ma tant’è!

Dicevamo tempistiche e contenuti. Capasso, dopo aver riconosciuto che nell’UDC di Sant’Arpino si discute e si analizza, (e ci chiediamo in quale altra formazione politica del territorio questo avvenga…) e che quindi egli stesso fa parte di un partito che cerca di ripristinare i principi della democratica condivisione, definisce “scandaloso il percorso seguito” perché la riunione partitica preconsiliare è stata convocata solo cinque giorni prima della riunione del civico consesso, “quando tutto è già deciso”.

Ebbene, per quanto concerne i tempi di convocazione della direzione sezionale, deve essere sfuggito a Capasso che il giorno 12 Settembre 2012, alle ore 10.08 gli è pervenuto un sms con il quale è stato invitato ad una riunione del 14 Settembre 2012 avente, al secondo punto, lo stesso ordine del giorno di quella del 27 Settembre ovvero l’analisi dei temi da affrontare nel consiglio comunale, all’epoca da convocarsi! Eravamo dunque, a ben 16 giorni dal Consiglio e c’era tempo e modo per dibattere sui relativi temi, ma Capasso non fu presente. Le prerogative del partito potevano dunque essere fatte salve! Passiamo ai contenuti. La giovane età media dei membri della direzione dell’UDC di Sant’Arpino ci induce di analizzare con rispetto le rivendicazioni del consigliere Capasso sullo svuotamento delle attribuzioni di un partito di fatto chiamato solo a ratificare decisioni già prese.

A tutto concedere però, sembrano deduzioni arcaiche e cronologicamente improponibili quelle che riportano all’idea di una vera e propria egemonia del partito sulla amministrazione comunale (tra l’altro rappresentata da una formazione politica eterogenea con presenze di esponenti di sinistra, centro e destra). Se infatti, non può essere revocato in dubbio che un partito politico che annovera tra le proprie fila autorevoli esponenti della maggioranza può legittimamente ambire ad un ruolo attivo nell’attività di impulso e programmazione politica, anche attraverso convegni e dibattiti svolti in luoghi non misteriosi e poco democratici, va ribadito con altrettanta chiarezza che tale prerogativa non deve essere confusa con un passaggio obbligato che avrebbe le sembianze di un commissariamento amministrativo, tanto più che la seduta del consiglio comunale del prossimo 1 Ottobre, per gli argomenti da trattare e le scadenze da osservare ha una connotazione tecnica oltre che politica, che di fatto riduce, rispetto ad altre occasioni, i margini di dibattito.

Sia consentito in ultimo, una nota di amarezza per il pensiero di tempi in cui, non più tardi di Giugno scorso!!!, lo stesso consigliere Ernesto Capasso, delegato nazionale del partito, plaudeva allo sforzo comune di rendere la sezione di Sant’Arpino un luogo di sincera ed aperta discussione sui temi della politica mentre ora, in seguito alla sua scelta di dimettersi dal gruppo consiliare di maggioranza (dove svolgeva il ruolo di capogruppo), non esita a mortificare tale sforzo democratico con l’ingiusto richiamo di un vuoto esercizio di stile.

La Direzione Cittadina UDC

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