Politici sammaritani: “Difendiamo il nostro tribunale”

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Qualsiasi divisione politica o personale deve essere accantonata per salvaguardare il modello di giustizia “Caserta”.

Questo, il messaggio espresso con forza e chiarezza durante la conferenza stampa tenutasi presso palazzo Lucarelli, il 21 settembre, a cui hanno partecipato le forze di maggioranza ed opposizione del consesso cittadino. Il sindaco Di Muro accompagnato dai consiglieri Troianiello, Munno e Feola, dal presidente del Consiglio Mattucci e dal leader pidiellino Simoncelli scelto a rappresentare la minoranza, ha voluto chiarire il pensiero della politica cittadina circa il ridimensionamento del Tribunale. La scure della Spending Review che si è abbattuta sul sistema giudiziario non sembra trovare grande consenso nella città del Foro e non si tratta solo di una questione campanilistica.

“I tagli alla spesa pubblica – ha esordito Di Muro – andavano fatti anche attraverso il riordino e l’eventuale soppressione dei tribunali, ma dovevano essere realizzati con coerenza. Il provvedimento governativo mette una pietra tombale sul modello giudiziario – investigativo casertano, disperdendone il patrimonio di competenze e conoscenze maturato negli anni”.

Da un punto di vista dell’efficacia dell’azione giudiziaria, il depotenziamento del Tribunale penale sammaritano e la creazione del Tribunale Napoli Nord in cui si dovrà amministrare la giustizia per 19 comuni (15 del casertano sottratti a Santa Maria, oltre a Afragola, Casoria, Frattamaggiore e Marano) è un provvedimento opinabile. Il progetto di “dividere le competenze” ha fatto storcere il naso a due simboli oltre che esperti dell’antimafia: i pm Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho, come ha ribadito Mattucci. Dello stesso avviso Simoncelli, rappresentante scelto dalla minoranza ad appoggiare il fronte unito contro la riorganizzazione della geografia locale dei tribunali voluta dal Ministro della Giustizia Paola Severino. Nella duplice veste di politico ed ultratrentennale esponente dell’avvocatura ha fatto una lucida disamina della questione. “In primo luogo, si verrebbe a creare un grave danno per l’amministrazione della giustizia con uno sdoppiamento delle indagini. – ha sottolineato il penalista – Ci sono vari procedimenti giudiziari in cui è stato accertata l’interconnessione dei clan nella provincia e proprio per questo c’è la necessità di un solo tribunale che abbia competenza a coordinare le indagini. Il provvedimento distruggerebbe la filiera della giustizia casertana, Legione Carabinieri – Questura di Caserta – avamposti locali, che ha ottenuto grandi successi nella lotta alla mafia nel corso degli ultimi anni”.

In secondo luogo, il danno sarebbe ingente per tutti gli avvocati della provincia, penalisti e civilisti, che vedrebbero uno spostamento della clientela verso il napoletano e “… di conseguenza grave sarebbe il contraccolpo economico per tutte quelle attività commerciali sammaritane che, attorno al foro, gravitano da decenni”.

Rimostranze anche se corroborate da dati importanti, a volte non sembrano essere sufficienti.Un provvedimento di spending review che prevede nascita di un tribunale con locali da costruire ex novo (Giugliano la sede più accreditata, Aversa quella politicamente più invocata) e personale amministrativo da assumere sembra quanto meno contradditorio. Così come lo smembramento di un modello investigativo certamente perfettibile come quello casertano, ma comunque di successo nella lotta alle mafie, è quanto meno discutibile secondo le alte sfere della Dda.

Il progetto comune che verrà discusso domani, durante il Consiglio comunale aperto al Garibaldi, è quello di esigere la modifica attuativa dei d.lgs 155-156, entrati in vigore il 13 settembre, anche attraverso una legge ad hoc per la fattispecie casertana. La posta in gioco, il mantenimento del Tribunale a Santa Maria, è alta: tanto alta che vale la pena sotterrare l’ascia da guerra , almeno per il momento.

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