Profumo: “Rivedere i programmi dell’ora di religione”

di Mena Grimaldi

 ROMA. “Credo che il paese sia cambiato, nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola”.

Sono queste le parole del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, a margine di un incontro al Miur su una proposta dei programmi scolastici che interessano l’ora di religione e geografia destinata a far discutere. “La scuola è più aperta e multietnica e capace di correlarsi al mondo di oggi”, ha detto il ministro.

“Ieri ero in una scuola con il 50% di alunni stranieri – ha riferito – e mi hanno detto che imparano la geografia dai loro compagni che raccontano dei loro Paesi di provenienza”. Discorso che vale per l’ora di religione e quella di geografia. Favorevole alla proposta i Radicale, l’Idv e la rete degli Studenti Medi.

“Il ministro ha ragione – dichiara il portavoce della Rete degli Studenti Medi, Daniele Lanni – i programmi di religione e di geografia vanno assolutamente rivisti. Ma questo non può bastare per risollevare la didattica italiana, ferma a più di 40 anni fa”.

A difesa dell’ora di religione si schiera anche Maurizio Lupi del Pdl: “Capisco la preoccupazione del ministro Profumo sulla necessità che la scuola non ghettizzi chi viene da altri Paesi e ha tradizioni culturali diverse dalla nostra – sottolinea – ciò nonostante io credo che questa attenzione debba evitare di scadere nel relativismo”.

Contraria anche la Lega Nord. Reazioni anche dal mondo cattolico che parla si di rinnovamento, ma anche di “conservare”. “È importante il rinnovamento della didattica nel metodo – ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, il presidente del Pontificio consiglio per la cultura- ma il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati”.

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