Fiat, Passera: “Fare chiarezza”. Fornero convoca Marchionne

di Redazione

Corrado PasseraROMA. “E’ giusto, importante ed urgente fare chiarezza al più presto possibile al mercato e agli italiani” ha detto oggi il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, riferendosi alla situazione della Fiat.

Il tramonto di Fabbrica Italia, con i 20 miliardi d’investimenti promessi, ha scatenato reazioni a catena. Non solo tra gli operai, sempre più preoccupati della propria sorte, ma anche a Palazzo Chigi. “Il governo e io faremo tutto il possibile, nell’ambito delle norme, per assicurare che le responsabilità che Fiat ha preso nei confronti dell’Italia vengano rispettate e ben chiarite. E’ ovvia l’attenzione del governo sul settore dell’automotive. Vogliamo capire fino in fondo le implicazioni di una serie di annunci che si sono susseguiti e che non permettono ancora di comprendere le strategie di Fiat in Italia. Faremo di tutto perché, nell’ambito della crescita di Fiat, l’Italia abbia un ruolo importante. Non è pensabile che la politica si sostituisca alle scelte imprenditoriali e di investimento, ma assicuriamo massima attenzione ed impegno”.

FORNERO. “Il governo vuole approfondire con Marchionne cosa ha in mente per i suoi piani di investimenti per l’occupazione in questo Paese. – ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero – Non ho il potere di convocare l’Ad di una grande azienda, gli ho dato alcune date disponibili. Per ora il dottor Marchionne evidentemente non ha ancora avuto il tempo di rispondere, ma confido che potremo incontrarci nei prossimi giorni”. Per Fornero la responsabilità del management di una grande impresa “non è soltanto nei confronti degli azionisti ma in quelli più generali di tutti gli stakeholder; i lavoratori sono i primi e poi c’è la società tutta. Quando un’impresa è grande come la Fiat e per quanto la Fiat è stata per questo Paese l’interesse del governo è molto elevato”.

CASINI. “Oggi, di fatto, la Fiat adotta in modo disinvolto una politica legittima, ma moralmente discutibile. – sostiene il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – Dopo anni di incentivi per l’azienda e per il settore non si possono accettare lezioni da chi non è riuscito a proporre in tutti questi anni un modello nuovo di auto”.

BERSANI. Pierluigi Bersani ha definito “drammatica” la scelta di Fiat su Fabbrica Italia. “Nessuno vuole il dirigismo – ha detto Bersani – ma se il governo se ne occupasse non sarebbe sbagliato. Se ci fossero veramente stati 20 miliardi per Fabbrica Italia non si sarebbero cancellati con un comunicato stampa”.

ALFANO. Per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, “la questione della Fiat è centrale per il Paese e il progetto dell’abbandono di ‘fabbrica Italià è una cattiva notizia per la penisola”. “Ecco perche – ha osservato – dobbiamo fare di tutto perchè ciò non si realizzi”.

DI PIETRO. “L’Italia dei Valori – dice il leader Idv, Antonio Di Pietro – ha chiesto prima al governo Berlusconi e poi a quello Monti di convocare gli azionisti della Fiat a Palazzo Chigi. Un esecutivo autorevole avrebbe dovuto chiedere all’azienda di rendere conto degli investimenti promessi e non mantenuti negli stabilimenti italiani, della violazione sistematica della Costituzione e della legge che si verifica in tutti gli impianti del gruppo e della quantità di soldi pubblici versati alla Fiat senza un ritorno nell’economia reale del Paese. Invece, l’allarme occupazionale che arrivava dai lavoratori e dai sindacati come la Fiom è stato puntualmente ignorato”.

BONANNI. “Chiedo con molta insistenza a Marchionne di arrivare a un chiarimento pubblico con noi prima di presentare il piano a ottobre per fugare ogni equivoco dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni – L’Italia è specializzata negli scontri e spero si specializzi negli incontri. Io ho il problema di centinaia di migliaia di persone nel centro-sud che, se salta la Fiat, sono nei guai. Questi della Fiat non sono dei santi, non sono dei filantropi e forse sono pure un po’… Ma sono gli unici che in Italia sanno costruire una macchina, e se saltano loro ci fanno ballare in tutto il Mezzogiorno”.

FIOM. “La Fiat continua a produrre auto progressivamente sempre più fuori mercato, con modelli a qualità cinese e prezzi tedeschi. – dice Augustin Breda, dirigente nazionale Cgil e Coordinatore nazionale lavoro società Fiom – Se la proprietà non decide un rapido cambio di management si intravedere una rapida fine della storia dell’auto nel nostro Paese. Apparentemente solo un intervento pubblico attraverso quote del capitale sociale potrebbe salvare e rilanciare un intero settore in declino ma tutt’ora strategico per l’Italia”.

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