Concordia: “C’aggio cumbinato”, le parole di Schettino alla moglie

di Mena Grimaldi

 ROMA. L’anticipazione della perizia suppletiva sulla scatola nera della nave Costa Concordia, naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso, pubblicata da La Stampa, fornisce nuovi dettagli sui dialoghi avvenuti in plancia di comando e conferma alcune indiscrezioni.

La prima è che la Costa sapeva del cosiddetto inchino. Alle ore 18.27, infatti, poco dopo la partenza da Civitavecchia, Schettino annuncia: “amm’a fa’ l’inchino al Giglio”; poco dopo l’addetto alla cartografia dice al primo ufficiale: “Giova’, per la pratica hai avvisato?”. E l’altro risponde: “Ah, per il passaggio al Giglio…”.

Altri particolari, invece, riguardano alcune telefonate partite dalla plancia di comando, alcune di queste fatte dal comandante Francesco Schettino alla moglie Fabiola. Innanzitutto, Schettino sembra intuire subito la gravità dell’incidente tanto da fargli esclamare alle 21.45 e 22 secondi di quella notte “Madonna ch’aggio cumbinato”.

Alle 21.51 Schettino ha già idea della tragedia in corso poichè al telefono con il direttore della sala macchina, Giuseppe Pillon, afferma: “E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l’ho capito?”.

Tre minuti dopo, comanda di informare i passeggeri che “c’è stato un blackout”, senza però riferire dell’impatto. E alle 21.56 e 19 secondi, rivolto al manager delle emergenze di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, dirà: “Roberto ho fatto un casino!”.

Solo alle 23.08 e 2 secondi, quando ormai i passeggeri stanno abbandonando la nave, Schettino sembra aver realizzato fino in fondo l’accaduto. Chiama la moglie Fabiola e le dice: “Fabì, ho finito la mia carriera di comandante”.

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