Casini: “Dopo Monti c’è Monti”. Alfano: “Bis solo se si candida”

di Redazione

MontiROMA. Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, rilancia la candidatura del premier Mario Monti a guidare il governo anche nella prossima legislatura.

Ma dal Pdl arriva lo stop: un bis è possibile solo se Monti si candida, governa chi vince le elezioni. Se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo “dovrà trovarlo sulla scheda” perché “il sale della democrazia” sta nel fatto che “governa chi vince le elezioni”. Così Angelino Alfano, sempre da Cernobbio, a proposito dell’ipotesi di un Monti bis, il cui partito negli ultimi giorni si è molto rafforzato. “O si sospendono le prossime elezioni o delle prossime elezioni non si potrà prescindere”, ha sottolineato il segretario del Pdl. “Se le prossime elezioni le vincono Bersani o Berlusconi chi sarà il presidente del Consiglio?”, si è domandato Aflano. “Io – ha proseguito – ritengo che la democrazia abbia il suo sale nella celebrazione delle elezioni e nella consacrazione al governo di chi le ha vinte. Ciò non toglie – ha concluso Alfano – l’importantissima funzione che Monti ha svolto e sta svolgendo per il paese. Noi non abbiamo condiviso tutto ciò che ha fatto ma riconosciamo di non aver sbagliato nell’averlo sostenuto”.

LEGGE ELETTORALE. “Alla fine della fiera non si può interrompere” il percorso di riforma della legge elettorale perché non si trova un’intesa in commissione: se c’è uno stallo “occorre andare in Aula”, ha poi osservato Alfano, ribadendo che secondo il Pdl “va premiato il partito vincitore” con un premio ragionevole ma significativo. “Noi puntiamo – ha aggiunto – a restituire il diritto di scelta agli elettori”.

CASINI. “Per noi dopo Monti c’è Monti. Il cammino non va interrotto, la strada è ancora lunga. Coraggio, mettiamoci per strada”. Così Casini ha chiuso oggi il suo intervento alla festa del partito di Chianciano. “Per noi evocare Monti significa dire qualcosa che va ben oltre il nome del presidente del Consiglio che eserciterà, nelle forme e nei modi che la storia gli assegnerà il suo servizio verso la Repubblica”, ha proseguito il leader dell’Udc, che ha appena annunciato un cambo del simbolo del partito con la cancellazione del nome Casini sostituto dalla parola Italia.

Secondo Casini “non può andare disperso lo spirito di collaborazione repubblicana che deve essere alla base della prossima legislatura; non può essere dispersa la capacità di guida italiana della politica europea che è emersa in questi mesi e non può essere dispersa la politica di risanamento e di rigore che, grazie al sacrificio degli italiani, ha evitato un disastro annunciato”.

“La prossima legislatura deve rappresentare nuovo inizio in cui la politica e i tecnici completino la modernizzazione dello Stato, anche sul piano delle riforme istituzionali. Per questo si dia via libera ad una legislatura costituente”, ha aggiunto Casini. “È necessario avere un programma chiaro che sviluppi nella prossima legislatura il lavoro impostato da Monti e che traghetti il Paese verso il 2020”.

“Con i tanti amici della società civile che sono venuti a questa festa con altri che si aggiungeranno vogliamo creare una lista per l’Italia. Più forti saremo più forti sarà l’Italia, al sicuro da ogni avventura che abbiamo già vissuto e che ci ha fatto smarrire la rotta”, hadetto il leader Udc. “Sarà nostro alleato chi crede in Stati Uniti d’Europa”, ha proseguito. “Chi ancora tenta di rifugiarsi dietro le etichette di destra e sinistra non ha capito che il mondo è cambiato e non ha capito nulla di noi: a noi non interessa aggiungere un posto a tavola”, ha sottolineato il centrista.

“Ci si ricorda sempre che bisogna fare una legge elettorale che la sera delle elezioni ci consenta di sapere chi governerà. Mi permetto di fare una correzione: dobbiamo fare una legge che la sera delle elezioni ci consenta di capire chi non governerà”, ha poi osservato Casini nel suo intervento. “E questo perché tutti coloro che sono andati a festeggiare le vittorie annunciate non sono stati in grado di governare”. “Rispetto e comprendo Vendola che vorrebbe sposarsi con il suo compagno, ma questo non mi spinge a dire che i connotati del matrimonio, così come sono stabiliti dalla Costituzione, debbano essere cambiati”, ha poi aggiunto Casini.

DI PIETRO. “Nelle repubbliche democratiche sono i cittadini a decidere, con libere elezioni, da chi essere rappresentati e da chi governati”. Lo scrive sul suo blog, il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “In Italia si devono ancora tenere le elezioni, addirittura nemmeno si sa con quale legge elettorale si andrà a votare, ma quei poteri che della democrazia se ne sono sempre fregati, primi fra tutti la finanza internazionale, i banchieri e le grandi aziende, hanno già deciso chi governerà: Mario Monti”.

MARONI. Quello che si sta creando attorno ad un possibile Monti bis “è un dibattito astruso che non mi interessa. A me interessa solo trovare soluzioni concrete alla questione settentrionale”. Questo il commento del segretario federale della Lega nord, Roberto Maroni. Lista Tremonti? Bene poi bisogna prendere i voti. “Mi fa molto piacere, ce ne saranno tante mi pare, anche quella di Oscar Giannino e quella di Montezemolo: più gente c’è meglio è. Poi bisogna prendere i voti, non basta mettersi in un bel posto e scrivere un bel programma”, ha aggiunto Maroni sul progetto dell’ex alleato Giulio Tremonti di presentare una sua lista alle elezioni politiche del 2013. Quanto alla possibilità che con l’ex ministro dell’economia si realizzi anche un’alleanza, Maroni si è limitato a rispondere che è “benvenuto” solo chi “condividerà il nostro programma, che sarà Prima il nord”.

MONTI RINGRAZIA BERLUSCONI. Intanto il premier, che sabato ha già annunciato che la sua esperienza al governo si chiuderà nel 2013 e oggi lo ha ribadito, ringrazia chi ha lavorato con lui ma non solo anche Silvio Berlusconi “per la lealtà e l’appoggio” del loro rapporto in questi mesi. “Voglio ringraziare il mio predecessore, in particolare immagino sia stato un momento molto complicato anche psicologicamente per il presidente Berlusconi lo scorso novembre. In quel momento e in tutti i mesi successivi ho sempre avuto un rapporto nel quale ho conservato molta lealtà e appoggio”, ha detto il premier nel suo discorso conclusivo al seminario ambrosetti di Cernobbio, sulle rive del lago di Como.

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