Nepal, aereo si scontra con aquila e cade: salvi italiani in ritardo

di Redazione

 KATMANDU. Un provvidenziale ritardo nell’arrivo all’aeroporto di Kathmandu ha salvato la vita di un gruppo di italiani di una spedizione scientifica guidata da Agostino da Polenza, presidente del progetto EvK2-Cnr, …

… che dovevano essere a bordo del velivolo della Sita Air che si è schiantato al suolo, incendiandosi, poco dopo il decollo da Kathmandu. Non ci sono superstiti: il bilancio parla di 19 morti, fra cui sette britannici, cinque indiani e sette nepalesi, fra cui tre membri dell’equipaggio. L’aereo ha avuto problemi dopo lo scontro con un’aquila subito dopo il decollo.

Il viaggio del gruppo italiano dalla capitale nepalese a Lukla, base delle spedizioni sull’Everest, era stato organizzato nei minimi particolari ma il ritardo dell’arrivo nello scalo ha spinto la compagnia a dare la precedenza ad altri passeggeri. Questo spiega perché, nelle prime notizie diffuse dai media nepalesi, nel bilancio delle vittime era stata indicata la presenza di italiani, fra due e dieci, che evidentemente facevano parte di liste provvisorie di passeggeri.

«Abbiamo avuto una bella fortuna – ha detto all’Ansa da Polenza da Phakding, nella regione dell’Himalaya – ma lo dico con la tristezza per coloro che sono morti oggi. Dopo il ritardo il nostro gruppo era stato sistemato su un secondo volo della Sita Air, che non è mai partito dopo l’incidente. E così siamo partiti con un charter privato».

Il velivolo Dornier della Sita Air è decollato alle 6:40 locali ma ha immediatamente avuto problemi tecnici, per cui il pilota ha tentato un atterraggio di emergenza sulle rive del fiume Manohara, a meno di un chilometro dall’aeroporto di Kathmandu.

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