Festival del Tango: tanti casertani in piazza a ballare

di Redazione

 CASERTA. “Per chi ha un po’ d’esperienza nella vita, di disamore, il tango è perfetto perché anche la musica, sebbene non sia semplice per chi l’ascolta, è una piccola poesia”.

Le parole del maestro argentino Sergio Cortazzo, prestigioso ospite della rassegna di tango argentino che si è svolto in piazza Bellini, risuonano come sottofondo alla giornata di grande partecipazione per i cittadini casertani. Nella suggestiva cornice offerta del Gran Caffè Margherita, l’associazione “Trasnochando C’è” ha dato vita ad un avvenimento capace di attirare l’attenzione dei profani del ballo senza prescindere dalla grandissima qualità delle esibizioni.

Nel corso del festival, giunto ormai alla sua terza edizione, i maestri del Trasnochando sono riusciti a coinvolgere il pubblico rapito dalle musica forgiata dall’incontro tra ritmi afro-americani e le melodie mediterranee. Non sono mancate, come detto,le improvvisazioni di livello artistico assoluto. In primis il maestro Cortazzo, accompagnato da Silvia Carlino ma, grandi applausi hanno riscosso anche le coppie Salvatore Biondi- Mariemma Porto ed i grossetani Luigi Bisello e Tania Grisostomi.

Grazie alle performance di altissimo livello anche per i semplici spettatori si è rivelata una parte della magia di questo ballo. Il tango è soprattutto un gioco di tensione e distensione, parla di solitudine,di tradimenti e d’abbandono, di amore e morte; ma soprattutto di quell’impulso vitale ed insopprimibile ad incontrare l’altro sesso.

“La nascita del tanguero”, però, è frutto di una gestazione lunga ed impegnativa. Riuscire a parlare correttamente il linguaggio universale del ballo necessita certamente di pratica continua e di impegno personale, ma non basta. La qualità del ballo dipende dalla silenziosa dialettica e dall’alchimia che si viene a creare tra i due ballerini: per arrivare al cuore del tango bisogna andare oltre la propria solitudine.

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