La comunità di Irsinia omaggia Sant’Eufemia

di Emma Zampella

 CARINARO. Il 3 settembre scorso un folto gruppo di cittadini di Irsina, in provincia di Matera, è stato accolto nella comunità carinarese.

Con loro il sindaco, Angelo Raffaele Favale, dal parroco, don Gerardo Forliano, il presidente del Comitato festa di Irsina, Domenico Attilio, il presidente emerito Raffaele Policarpo. La visita, svoltasi in occasione dei solenni festeggiamenti patronali in onore di Sant’Eufemia, ha testimoniato non solo la comune devozione alla Santa patrona ma è stata anche il segnale di una proficua amicizia che culminerà con un gemellaggio tra le due comunità.

I fedeli irsinesi, hanno partecipato alla processione del simulacro della Santa vergine per le strade del paese. Alle 19 hanno assistito alla celebrazione della santa messa al termine della quale hanno omaggiato con dei prodotti tipici e interessanti gigantografie il primo cittadino di Carinaro, Mario Masi, il parroco, Don Antonio Lucariello e il priore della Congrega Sant’Eufemia, Giuseppe Barbato, nella triplice veste di componente del comitato, di amministratore comunale e di presidente della confraternita.

“E’ con viva soddisfazione che ho ricevuto la considerazione dagli amici di Irsina, dice Giuseppe Barbato, il cui legame e la cui amicizia intercorre dagli inizi del 2010, quando cominciai una ricerca circa il “braccio di Sant’Eufemia” conclusasi poi con la conoscenza che la reliquia fosse custodita nella Cattedrale di Irsina. La fede che ci associa in Sant’Eufemia – dice Barbato – è indescrivibile: gli irsinesi subito si sono innamorati di Carinaro, amore che noi ricambiamo con stima e senso di vera amicizia. E’ bello sapere che in diverse parti del mondo e nella fattispecie qui vicino a noi ci sia una comunità che condivide con noi gli stessi sentimenti di devozione verso la santa martire calcedonese Eufemia. Colgo l’occasione per ringraziare tutti per la gentile attenzione che mi hanno rivolto e per le espressioni di affetto che mi hanno dimostrato nel giorno della loro permanenza tra noi”.

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