Yemen, libero il carabiniere rapito. I genitori: “Sta bene, grazie a tutti”

di Redazione

 Alessandro SpadottoSANAA. E’ libero Alessandro Spadotto, il 29enne carabiniere di San Vito al Tagliamento (Pordenone), in forza al 13esimo battaglione di Gorizia, sequestrato in Yemen domenica scorsa.

Addetto alla sicurezza dell’Ambasciata italiana in Yemen, Spadotto era stato rapito, mentre era in un negozio nei pressi della sede diplomatica. La notizia del rilascio è stata data in Italia dal presidente dell’associazione italo-yemenita, Arhab al Sarhi.

A rapirlo era stato un membro di una delle tribù dell’area, gli Al-Jalal, Ali Nasser Hariqdane, ricercato per atti di banditismo, che aveva rivendicato la cattura per ottenere dal governo l’immunità e un risarcimento. L’uomo del clan tribale aveva annunciato all’agenzia yemenita Maareb Press di non avere pretese nei confronti dell’Italia, ma che il rapimento del carabiniere fosse “solo un modo per fare pressione sul governo yemenita”. Un’indicazione che aveva fatto sperare per una veloce soluzione della vicenda.

Spadotto, che a 48 ore dal suo rapimento era riuscito a rompere il silenzio inviando un sms alla fidanzata (“Sto bene, non vi preoccupate”, aveva scritto martedì”), è stato localizzato dalle autorità yemenite nella provincia di Marib, regione petrolifera situata a est della capitale e segnata dagli scontri tra tribù locali e forze governative, e da diversi gli attacchi a oleodotti e gasdotti dell’area. Un appello alla liberazione di Spadotto era giunto anche dal Comitato olimpico yemenita che, da Londra, aveva sottolineato come il rapimento dell’italiano fosse “un atto che nessuno può approvare, contrario alle nostre tradizioni”.

Da San Vito al Tagliamento, città natale del militare, il padre Augusto a stento trattiene l’emozione: “È tutto vero, me lo ha confermato la Farnesina. Siamo felicissimi. Ringrazio tutti, istituzioni, paese, Arma, amici e parenti. Ma adesso lasciate libero il cellulare, mi hanno detto che sta bene ma devo sentire Alessandro”. “È la giornata più bella della mia vita. L’abbiamo sentito ed è scoppiato un boato di gioia”, ha detto la madre Marina, che ha fatto sapere: “Ha detto che sta bene e che durante il sequestro non è stato maltrattato”.

Grande soddisfazione arriva anche dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che sottolinea la “rapida soluzione del caso, resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione fornita dalle autorità di Sanaa”.

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