Soggiorno da 80mila euro per la scora di Fini: interviene il Viminale

di Redazione

FiniROMA. Due anni fa era la casa di Montecarlo, oggi è l’albergo di Orbetello. Nuova campagna estiva del quotidiano Libero contro il presidente della Camera Gianfranco Fini.

Questa volta la polemica del giornale del centrodestra riguarda i costi della scorta incaricata di garantire la sicurezza di Fini durante le sue vacanze a Orbetello. Secondo il quotidiano, sarebbero state prenotate nove stanze per tutta la stagione estiva (due mesi e mezzo) per il prezzo record di 80mila euro.

Il numero uno di Montecitorio si difende sostenendo di non avere niente a che fare con la gestione della sua scorta che, sottolinea, ricade unicamente sul Viminale. Ma a Fini preme soprattutto respingere l’insinuazione di aver approfittato della sua carica per ottenere favori e sperperare denaro pubblico: “Dal giorno in cui sono stato eletto Presidente della Camera ad oggi – dice Fini – non ho mai chiesto, né tanto meno ho mai usufruito di servizi diversi, e men che meno privilegiati e di favore”, rispetto a quelli decisi autonomamente dalla Polizia. Segue l’annuncio di aver dato mandato ai suoi legali di querelare Libero per tutelare la sua onorabilità.

Nel frattempo, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha deciso di vederci chiaro e ha chiesto al capo della Polizia Antonio Manganelli “un’approfondita relazione sulle modalità del dispositivo di sicurezza predisposto”.

Insorgono i fedelissimi di Fini, che vedono nel nuovo attacco di Libero un bis della “macchina del fango” scatenata nell’estate del 2010 con la storia dell’appartamento di Montecarlo, in cui abitava il cognato del presidente della Camera. Tra i primi a fare il paragone, il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, secondo il quale la campagna di Libero è “l’inevitabile conseguenza del ritorno in campo di Silvio Berlusconi“.

Poi la punzecchiatura al direttore del quotidiano: “Sorprende anche che a guidare la nuova campagna diffamatoria sia lo stesso Maurizio Belpietro scortato a spese dei contribuenti e la cui scorta fu protagonista di un falso attentato che doveva servire alla promozione della sua scorta e quindi all’aumento dei loro stipendi”. Benedetto Della Vedova, invece, denuncia un clima di “sentimenti anti-istituzionali e anti-legalitari”.

Mentre Carmelo Briguglio non può fare a meno di osservare che solo qualche settimana fa il presidente del Senato Renato Schifani aveva giudicato un grave errore la rottura di Berlusconi con Fini e la coda velenosa che ne era seguita. “Alfano e Schifani, almeno loro, se ne rendano conto e non si lamentino di chiusure a qualunque dialogo e a qualunque livello, che non è in nome di ciò che fu ma soprattutto di ciò che è e che sarà sempre, finché Berlusconi sarà in campo col suo universo mediatico finanziario diretto e indiretto. Peggio per loro”.

Ma rispetto all’estate di due anni fa il clima politico è meno caldo, e questa volta il Pdl non cavalca la campagna di Libero. Tra i pochi che si fanno sentire, il leader de La Destra Francesco Storace, che bacchetta Fini e giudica la sua difesa “una toppa peggiore del buco”.

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