Ilva, il governo ricorre alla Consulta

di Redazione

Antonio CatricalàROMA. “Partiamo dal presupposto che la tutela della salute e dell’ambiente è un valore fondamentale che anche il governo vuole perseguire e anche dal presupposto che noi rispettiamo le sentenze dei giudici”.

Loha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in un’intervista al Gr1 sulla vicenda Ilva. “Però, alcune volte queste sentenze non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire e quindi noi chiederemo alla Corte costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale”, ha sottolineato il sottosegretario.

Secondo Catricalà non c’è nessun rischio di uno scontro con la magistratura: “No. – dice – Noi contestiamo un singolo atto ritenendolo sproporzionato. Noi abbiamo stabilito con un decreto legge in linea con un orientamento preciso del Tribunale della libertà di continuare le lavorazioni che non sono dannose, che non sono nocive e nel frattempo cominciare seriamente la politica di risanamento. E abbiamo stanziato centinaia di milioni proprio per questo. Questo decreto legge resterebbe privo di qualsiasi valore se l’industria dovesse smettere di lavorare, se il forno si dovesse spegnere. Sarebbe un fatto gravissimo per l’economia nazionale, sarebbe un fatto grave non solo per la Puglia ma per l’intera produzione dell’acciaio in Italia”.

Catricalà definisce importante la missione dei ministri: “Dovranno parlare con il presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune. – afferma – Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. E’ chiaro che dovranno parlare anche con l’Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso alla Corte costituzionale”.

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