Finisce un’epoca per la Lega: addio alla festa di Venezia

di Mena Grimaldi

 VENEZIA. Cala il sipario su uno dei capitoli più importanti della storia del Carroccio, la Festa dei popoli padani in Riva Sette Martiri, a Venezia, non ci sarà più.

Si chiude così l’appuntamento che dal 1996 ha scandito i riti, le ovazioni, le polemiche, le alleanze, gli slogan e il folklore della base leghista. Ad annunciarlo è stato il segretario veneto del Carroccio, Flavio Tosi. “La festa su Riva dei Sette Martiri – ha reso noto Tosi – non si farà, ma un grande raduno in Veneto ci sarà comunque nelle settimane successive”.

La decisione ormai è presa e con ogni probabilità verrà ufficializzata lunedì, al termine del consiglio federale in via Bellerio.Roberto Maroni, neanche un mese fa, a chi gli chiedeva della festa rispondeva: “Si terrà come sempre”. E invece non se ne farà nulla.

Durante la festa dei popoli padani, nel corso degli anni, si sono celebrati i momenti chiave della storia politica del movimento, dalla rottura al ritorno di fiamma con Berlusconi, dalla secessione alla devolution, dalla salita al governo alla caduta all’opposizione.

Umberto Bossi inventò l’appuntamento per controbilanciare la festa lombarda di Pontida e per celebrare il legame tra i “popoli padani” con l’unione dell’acqua del “dio Po”, raccolta per l’occasione alle sorgenti di Pian del Re a Crissolo, Cuneo, con quelle della laguna di Venezia.

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