Bersani: “Dopo Monti basta governissimi”. E chiude a Idv

di Redazione

Bersani ROMA. Dopo l’esperienza del governo Monti, “non ci sarà più bisogno di governissimi”. Con un’intervista a l’Unità, Bersani chiude la strada a ogni ipotesi di ritorno a larghe intese e spiega che il centrosinistra vuole vincere le elezioni.

Il segretario del Pd poi sgombra il campo della diatriba che ha visto nei giorni scorsi intervenire Casini, Vendola e Di Pietro. “Mi sembra che tutto nasca da un equivoco, perché qui nessuno ha proposto un’alleanza con Udc e Sel” spiega Bersani, aggiungendo che lui pensa a “un campo di democratici e progressisti, non solo tra i partiti ma con l’associazione i movimenti, rivolgendoci a tutte quelle forze che non accettano la deriva populista, di destra e anti-europeista.”

CHIUSURA CON IDV. Insomma, il segretario del Pd guarda con interesse all’apertura di Casini a una possibile alleanza post-voto. “Noi stiamo organizzando il campo dei democratici e dei progressisti i quali spero abbiano la capacità e la forza necessaria a governare il paese”, ma, aggiunge il segretario, “cercheranno un patto per le riforme democratiche, con forze diverse, anche moderate, ma saldamente costituzionali che non vanno lasciate in braccio alle formazioni populiste”. Invece con l’Idv di Antonio Di Pietro la collaborazione sembra giunta alla fine. “La scelta di Di Pietro è inequivocabile – spiega Bersani Di Pietro ha scelto il disimpegno e da questa scelta sono derivati dei comportamenti che hanno portato a questa situazione. Nessuno potrà mai dire che è responsabilità del Pd”.

LEGGE ELETTORALE. Un altro scoglio da affrontare è la riforma elettorale. “Sono molto preoccupato perché vedo che di fronte a una nostra chiarezza di posizioni il Pdl continua a fare melina. Noi abbiamo detto che non vogliamo tornare al voto con il Porcellum e chi dice il contrario vuol dire che non conosce il Pd. Il Porcellum produce gli Scilipoti.”. “Siamo pronti al confronto – aggiunge il segretario del Pd – purché restino fermi due principi: la sera che si chiudono i seggi si deve sapere chi può governare; il cittadino deve poter scegliere il proprio parlamentare. Possiamo ragionare sui modi di raggiungere questo obiettivo, ma finora non è ancora arrivata una proposta univoca dal vasto, spero sempre meno, campo del centrodestra”. una nuova legge elettorale che dovrà per forza essere frutto del compromesso. “Mentre oggi ci sono quelli che dicono che i partiti non riescono a fare la legge elettorale, il giorno dopo che la legge ci sarà, spunteranno i puristi, quelli che fanno finta di dimenticare che se non si raggiunge un compromesso in questo Parlamento non si va da nessuna parte”.

PRIMARIE. Il centrosinistra si presenterà con un candidato premier scelto attraverso le primarie. Una meta che si potrà raggiungere entro la fine dell’anno, prevede Bersani, anche se non si sbilancia su chi potrà candidarsi. “Prima di deve delimitare il campo sulla base di un confronto sui contenuti, poi si fissano le regole e tempi per le candidature.” Regole da decidere “insieme a chi parteciperà a questo percorso, non decido io da solo”.

BUTTIGLIONE: “NIENTE CONTRO VENDOLA”. E intanto un’ulteriore apertura dell’Udc nei confronti di Sel arriva da Rocco Buttiglione che, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega che “non abbiamo nulla contro Nichi Vendola”. I due partiti, spiega, sono “distanti sui temi etici, ma – aggiunge – un governo insieme è possibile a patto che sia in continuità con Monti”. “Noi – afferma Buttiglione – non poniamo condizioni a Vendola, non mettiamo veti e non pretendiamo di fargli le analisi del sangue. Se non rispondiamo alle sue provocazioni è perché nutriamo il massimo rispetto per il lavoro di ristrutturazione che sta facendo Bersani a sinistra e non abbiamo alcun interesse a farlo fallire”.

“LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE”. “L’Udc – prosegue Buttiglione – sta facendo altrettanto nell’area moderata e quando avremo finito i compiti a casa ci confronteremo”. L’obiettivo, continua il presidente Udc, è quello di “una grande coalizione, di cui c’è bisogno. Se noi entrassimo nell’area progressista, cosa che non abbiamo alcuna intenzione di fare, la grande massa di voti moderati delusi dal Pdl non ci seguirebbe. Noi abbiamo il problema Berlusconi che è peggio del problema Vendola. Tornerà a guidare il Pdl? Il suo partito lo seguirà o si spaccherà? Molto dipende dalla legge elettorale, noi speriamo sia proporzionale”.

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