Israele, attivista morta schiacciata da bulldozer: per giudici fu “incidente”

di Redazione

Rachel Corrie GAZA. Il bulldozer israeliano che investì e uccise la pacifista americana Rachel Corrie non agì con premeditazione.

Nove anni dopo un tribunale israelianoha reputato “un incidente” la morte della donna, attivista filopalestinese, negando la negligenza dello Stato o dell’esercito di Tel Aviv. La famiglia aveva presentato una causa civile: nel marzo del 2003 Corrie, 23 anni, era stata schiacciata da uno dei bulldozer che dovevano abbattere le case dei sospetti kamikaze a Rafah, nella Striscia di Gaza.Pochi giorni prima, in una e-mail agli amici, aveva denunciato le operazioni degli israeliani: “Abbattono le case anche se si trova della gente dentro. Non hanno rispetto di niente né di nessuno”.

Il giudice della corte distrettuale di Haifa, Oded Gershon, ha stabilito che non ci sono stati errori nell’indagine interna dell’Esercito israeliano: il conducente del bulldozer non vide la giovane donna. Corrie avrebbe potuto salvarsi allontanandosi dalla zona pericolosa, “come ogni persona di buonsenso”, e quindi “si mise da sola in una situazione pericolosa” e la sua morte fu “il risultato di un incidente che lei stessa aveva attirato su di sé”.

Di conseguenza sono stati esclusi rimborsi alla famiglia, anche se le spese processuali sono state condonate. Corrie faceva parte di un gruppo di attivisti internazionali che, durante la seconda intifada, cercavano di evitare la distruzione di case palestinesi (secondo le associazioni umanitarie ne furono abbattute 1.700 in quattro anni).

Un suo amico, e testimone dell’evento, Richard Purssell, “Rachel era su una montagna di terra, proprio davanti al finestrino del conducente. Mentre la pala spingeva il cumolo, lei è scivolata. Forse è rimasta intrappolata con un piede. Il conducente non si è fermato: le è passato sopra, e poi è anche tornato indietro”.

Un altro testimone, Tom Dale, all’epoca diciottenne, ha aggiunto: “Il bulldozer avanzava lentamente. Quando lei è scivolata tutti noi abbiamo corso verso il bulldozer perché si fermasse, ma chi guidava ha proseguito”.

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