“Teatri di Pietra”

di Ludovica Ambroselli

 PIEDIMONTE MATESE. Intenso il calendario offerto dalla tredicesima edizione di Teatri di Pietra per questa stagione.

La kermesse teatrale, ideata e organizzata da Capua Antica Festival e diretta da Aurelio Gatti, vedrà in questo 2012 coinvolti 5 siti: Villa Imperiale Pausilypon, a Napoli, e l’Anfiteatro Romano di Alife, il Teatro Romano di Teano, l’area archeologica del Monte Cila a Piedimonte Matese.

Tredici le opere presentate in questa edizione, che vedranno in scena, tra gli altri, Elisabetta Pozzi, Paolo Graziosi, Ernesto Lama, Mariangela D’Abbraccio, Massimo Venturiello, Cinzia Maccagnano, Sebastiano Tringali, Virginio Gazzolo, il Maestro Domenico Nordio, accanto ad una fitta schiera di giovani artisti.

Tra questi ultimi molto atteso è Michele Casella in “Buonanotte Oreste”, da Eschilo, Sofocle, Euripide, Ritsos, Hofmannsthal drammaturgia a cura dello stesso Casella il 7 agosto a Piedimonte Matese nel Parco Archeologico Monte Cila.

Interessante e innovativa performance dove un letto, lenzuola di seta nere, cuscini ed una enorme pittoscultura da sfondo dell’artista Claudia Mazzitelli, (rappresenta una donna con un cappello velato e un abito nero dove è stato affondato un coltello), sono gli arredi di scena per un noir pronto a sorprendere gli spettatori.

Affiancano il protagonista: Brunella Cappiello, Fulvia Castellano, Ilaria Trapani; musiche di Fausto Mesolella e costumi di Annunziata Vanore. Casella veste i panni di un giovane dagli occhi arrossati, perché ha visto troppo sangue, Oreste, che non riesce a dormire; una voce gli parla, è quella delle tre donne che per tutta la notte lo obbligano a rivivere la sua storia. Quell’Oreste costretto, per scelte di altri, a vendicare la morte di altri, non vuole più vivere quella vita. Vuole vivere la sua, dove la vendetta non è contemplata. Perché il perdono può esistere. Eppure la vendetta ritorna. Tutto viene vissuto ancora una volta. Ogni notte.

La sua persecuzione è rivivere una, cento, mille volte la sua vita. Essere legato al suo delitto per sempre. Legato al rimorso. Legato al suo nome. Ma quando Oreste, alla fine, chiede alle Erinni il loro nome scopre che non si chiamano Aletto, Tisifone e Megera e neanche Clitennestra, Elettra e Pilade. Si chiamano: Oreste. Le Erinni sono Oreste Tutti i personaggi sono Oreste. I fantasmi che animano le notti insonni di Oreste sono Oreste stesso. Il rimorso è dentro, non è fuori.

Ma quando all’alba i fantasmi stanno per andare via e si preparano ad augurare la buonanotte ad Oreste (quando ormai la notte è finita) Oreste parte per andare a compiere i delitti obbligati. Perché non c’è altro modo di vivere. Quella vita così invisa, ma da cui non può liberarsi. Tutti sono Oreste. Tutti siamo Oreste. Un’occasione unica per scoprire l’alto casertano attraverso la cultura e le emozioni che regalano in combinazione gli antichi siti e lo spettacolo. Strada obbligata per un sistema turistico integrato di qualità.

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