Scampia, si teme una nuova faida di camorra

di Redazione

 NAPOLI. Nel suo secondo libro “Faida di camorra”, lo scrittore napoletano Simone di Meo scrive: “La faida di Scampia non finirà mai, ci saranno vendette e rappresaglie anche tra vent’anni.

Cosimo Di Lauro e i suoi killer hanno spalancato le porte sull’inferno, troppo sangue è stato versato e le lacrime di quella gente non si asciugano col tempo”. La faida risale al 2004, il libro sulla mattanza tra clan di Lauro e gli ex alleati scissionisti al 2010. Oggi i protagonisti sono diversi. Cambiano nomi e volti, i boss del 2004 sono tutti in carcere, ma la storia è la stessa. Scenario e sceneggiatura immutati.

A fare la guerra questa volta non sono gli scissionisti, diventati egemoni dopo il 2004, ma i “girati” ovvero i loro ex sodali del clan “Vanella Grassi”. Insomma, non sorprende più di tanto l’eventualità di nuovo scontro armato per l’egemonia sul narcotraffico, che ha nella periferia nord di Napoli la sua base logistica. Il timore, confermato anche dalla magistratura inquirente napoletana, è diventato più concreto dopo l’omicidio a Terracina di Gaetano Marino, fratello di quel “Genny McKay”, pezzo da novanta del cartello Abete-Aprea-Abbinante, che nel 2004 convinse gli “amici” del clan Amato-Pagano a dare vita alla spaccatura con il clan Di Lauro.

Dopo l’omicidio di Marino però, un avvenimento ha rafforzato le convinzioni di inquirenti e forze dell’ordine: per paura di fare la stessa fine di Gaetano Marino si è consegnato al commissariato di polizia di Secondigliano il pregiudicato scissionista Gaetano Giugliano. Ritenuto dagli inquirenti l’armiere dell’organizzazione, Giugliano avrebbe raccontato che l’omicidio di Terracina è il segnale dato dai Vanella Grassi per far sapere del ritorno in possesso della piazza di spaccio delle cosiddette Case celesti.

Per molti, dietro ai Vanella Grassi ci sarebbe ancora qualche fedelissimo dei Di Lauro. Forse proprio uno dei dieci figli del boss Paolo, Marco di Lauro, scampato all’arresto a differenza di altri quattro fratelli e oggi latitante. Sarebbe la prova che la faida di scampia non solo è ripresa, non è mai finita.

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