Silenzio assordante sul futuro del “Capannone”

di Nicola Rosselli

Paolo SantulliAVERSA. No, non vogliamo assolutamente pensare male, ma gli avvenimenti che si succedono (sarebbe meglio dire che “non si succedono”) intorno al “Capannone”, …

… vero e proprio monumento storico cittadino, almeno per la parte sportiva, fanno fortemente ipotizzare una sorta di regia occulta dietro all’intera vicenda. Potrebbe anche esserci un’altra ipotesi: del Capannone importa solo al sottoscritto e a Paolo Santulli, visto l’assordante silenzio che da ogni parte giunge su una situazione che, al di là di ogni logica, meriterebbe meno ipocrisia da parte di una classe politica e di cittadini abituata ad assistere (quando non sono essi stessi parte) ad ogni tipo di abuso ai danni della collettività.

Quel “Capannone”, che fa parte dell’ex Consorzio Canapa, è oramai conglobato, nascosto letteralmente da tabelloni pubblicitari (sarebbe anche interessante capire se abusivi o meno ed in questo senso i solerti vigili urbani e la ditta che si occupa della pubblicità per conto del comune potrebbe verificare), ed è di fatto non più fruibile. Eppure tutti lo vogliono recuperare, ci sono stati i finanziamenti, ci sono stati i progetti. Poi tutto si è misteriosamente fermato e nessuno parla più.

L’attuale amministrazione parla in politichese e, in verità, non si riesce a capirne le intenzioni in merito. C’è una sola voce che grida nel deserto, quella di Santulli che, dopo una serie di interrogazioni rimaste lettera morta, ha presentato una mozione che potrebbe essere discussa martedì prossimo in consiglio comunale.

“Alla luce dei gravi ritardi e delle anomalie (sic!?, ndr) verificatesi fino ad oggi in relazione alla questione del cosiddetto Capannone, novella quanto mai controversa e suggestiva della storia aversana, – scrive l’ex parlamentare centrista – si propone al Consiglio Comunale di deliberare l’immediata presa in possesso di tale bene, acquisendo preventivamente il benestare della Regione Campania, e l’immediato intervento strutturale, come previsto dall’intesa con la Regione stessa, in considerazione, anche, di uno specifico finanziamento ministeriale”.

Il tutto prima che avvengano fatti “irreversibili” e si perda la titolarità di tale “Bene”, sempre che la cosa non si sia già maturata nel silenzio assordante della Regione. La sensazione è che presto Aversa avrà un ennesimo deposito di water e bidet.

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