Climatizzatori fuori uso: chiusa una sala operatoria del ‘Moscati’

di Livia Fattore

 AVERSA. Chiusa la sala operatoria del secondo piano dell’’ospedale “San Giuseppe Moscati”. Il nosocomio aversano, complice questa volta un guasto ai condizionatori, continua ad essere al centro dell’attenzione …

… per le carenze, a volte macroscopiche, che lo innalzano, oramai quasi quotidianamente, agli onori della cronaca. Dopo le lamentele, oramai continue, tanto da non fare quasi più notizia, relative alle carenze nell’organico del più importante presidio di pronto soccorso della Campania, dopo quello dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli, dopo gli altrettanti continui episodi di violenza da parte di familiari di pazienti nei confronti di addetti ai lavori, dopo la chiusura, di fatto, del reparto di gastroenterologia a seguito del blocco dei ricoveri di elezione, ossia programmati, dalla giornata di venerdì è stata chiusa anche una delle due sale operatorie utilizzate per gli interventi nell’ospedale aversano.

Il blocco operatorio principale, come si ricorderà, è chiuso oramai da quasi due anni per una serie di lavori programmati, per i quali è stata già espletata una gara con i lavori che dovrebbero iniziare a breve.A fronte di questo blocco, l’intero nosocomio si serve delle sale operatorie a corredo dei reparti di ostetricia e ortopedia.

Da venerdì scorso la sala operatoria ubicata al secondo piano è stata chiusa perché non funzionanti due condizionatori su tre presenti. Una carenza che rende impossibile agli addetti ai lavori operare a causa dell’alta temperatura.

Dall’ufficio tecnico dell’Asl di Caserta fanno sapere che a guastarsi è stato uno dei due compressori, con un altro che già era guasto in precedenza. Per cui un solo compressore non riesce a portare la temperatura ai livelli utili per consentire l’operatività. Trattandosi di macchinari che pesano diverse centinaia di chili, dopo essere stati smontati, i due compressori necessitano di “muletti” per essere trasportati sino all’officina che li riparerà. Riparazioni che inizieranno, quindi, lunedì per terminare nel giro di massimo, dicono i tecnici, di due o tre giorni.

Sull’episodio da registrare la dichiarazione di Salvatore Stabile, aversano, dirigente nazionale della Fials (Federazione Italiana dei Lavoratori della Sanità), il sindacato maggiormente rappresentativo al “Moscati”, che ha affermato: “Siamo di fronte ad un episodio che si può verificare. Capita anche a casa nostra. Ma che tutto questo avvenga in una struttura ospedaliera lascia perplessi”.

Insomma, così come riferiscono anche altri addetti ai lavori, coperti dall’anonimato perché la direzione dell’Asl ha imposto ai propri dipendenti di non rilasciare dichiarazioni ai giornali, “non è possibile che una sala operatoria non abbia strumentazioni alternative che possano consentire l’utilizzo anche in questi casi”.

Altri sottolineano come “uno dei compressori fosse già da tempo non funzionante, per cui si era avuto tutto il tempo per ripararlo e fare in modo di tirare avanti, in caso di guasto, con due compressori, così come stava già avvenendo”. Insomma, una nuova tegola per il presidio ospedaliero aversano che in questi ultimi mesi, nonostante sia al servizio di una popolazione di trecentomila abitanti dell’agro aversano, ai quali vanno ad aggiungersi almeno altrettanti della zona ubicata a nord dell’hinterland partenopeo, è lasciato in balìa di se stesso.

Sull’argomento il sindaco Giuseppe Sagliocco ha chiesto un incontro con il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, per tentare di ottenere per il “Moscati” una maggiore dotazione organica effettiva di personale e maggiori mezzi.

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