Addio ad Alfredo Pozzi: una vita spesa per la città di Aversa

di Redazione

 Alfredo PozziAVERSA. Un ultimo saluto per Alfredo Pozzi. Non è un dolore di circostanza, ma una sincera e grandissima tristezza, per la scomparsa dell’ingegnere e professore universitario, uomo politico di razza, …

…persona di grande dignità, intelligenza, acume, ma soprattutto un amico di molti aversani, che di sicuro non ne perderanno mai il ricordo. Figlio di Salvino Pozzi, a cui oggi è dedicata la villa comunale della città di Aversa, che fu già nostro sindaco e presidente in pectore della prima giunta della Regione Campania, in quanto scomparse pochi giorni prima di ricevere l’incarico, Alfredo, prima da consigliere comunale, poi da sindaco, da consigliere regionale e da assessore regionale, profuse il suo impegno sempre per la sua amata Aversa.

Andando oltre i credi politici e le appartenenze partitiche, negli anni settanta e ottanta, in consiglio comunale, sia a destra, sia a centro che a sinistra, sedavano molti politici di razza. Alfredo fu sindaco nella metà degli anni settanta. Di quel periodo, più di tutte mi piace ricordare la sua battaglia per riavere in città i resti mortali del grande compositore aversano Niccolò Jommelli, che furono ritrovati in Sant’Agostino della Zecca a Napoli, proprio su interessamento dell’allora Amministrazione Comunale guidata da Pozzi. Un gesto di grande rilievo culturale e conservazione della memoria storica della città, ma purtroppo i frati agostiniani, e soprattutto l’allora reggente la diocesi di Napoli, il cardinale Corrado Ursi, si opposero in maniera dura e alla fine Alfredo Pozzi decise che quella scatola contente le ossa di uno dei maggior talenti dell’Italia musicale, avesse quantomeno un degno mausoleo proprio nella chiesa napoletana di Sant’Agostino vista l’impossibilità di fare un monumento funebre ad Aversa.

Ed ancora. Alfredo, con Tiberio Cecere, Mimmo Bisceglia, Raffaele Marrandino, “avversari” di partito per via delle correnti interne della Democrazia Cristiana, ma sempre uniti quando si doveva incassare un risultato per la città di Aversa, condussero alla fine degli anni ottanta, con l’allora consiglio comunale, una strenue battaglia per avere le sedi universitarie, in quanto la città in un primo momento era stata esclusa. Così arrivarono Ingegneria e Architettura. E come dimenticare che grazie a Pozzi, come Assessore Regionale all’Agricoltura, per l’Asprinio di Aversa arrivò il marchio Doc, mentre per la mozzarella il D.o.p. che poi diede vita al Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana in modo che la stessa non fosse confusa, almeno nell’etichettatura, poiché nel sapore è impossibile, con il “volgare” fiordilatte che al Norde (come direbbe Giacomo Rizzo) si ostinano a chiamare mozzarella?

E potremmo continuare a lungo nel ricordo di ciò che fece come uomo delle istituzioni, ma il rimpianto di non poter più interloquire con lui, di non potergli chiedere più un consiglio, ci blocca. Riaffiorano invece alla mente l’infamia e la calunnia, perché di questo si è trattato, come dimostrato dai lunghi processi subiti da alcuni politici di quegli anni sempre poi assolti con formula pienissima, lo allontanarono dalla politica, che ormai frequentava solo in modo sporadico, partecipando talvolta a qualche iniziativa, senza però più scendere in prima linea. Lui sapeva bene quanto era difficile far politica nei nostri territori, quanto era difficile amare la propria città. Di quegli anni resta una storia frammentata, e credo che Alfredo, come anche gli altri attendano ancora la vera giustizia, non solo quella dei tribunali che a loro diedero pienamente ragione, ma quella dei cuori di molte persone, che qualche fantomatico pentito con false e spregiudicate dichiarazioni, aveva cercato di minare nei rapporti di affetto, amicizia e stima.

Un ultimo pensiero di grande cordoglio va ad Arturo, nostro amico già dai tempi del liceo, ed Angela, con la coraggiosa madre Nella, alla seconda moglie Fabiola con Antonio, ai fratelli Arturo e Adriano ai quali siamo sicuri, domani, durante la cerimonia funebre, la città non farà mancare il proprio affetto. Addio Alfredo, con immutata stima ed amicizia.

Giuseppe Lettieri

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