“L’invasione delle blatte”, la nuova speculazione mediatica estiva

di Redazione

 SANTA MARIA CV. In principio erano quattro, e venivano da Liverpool, ora sono milioni e, si dice, vengano dalle isole Eolie: gli “scarafaggi” sono prepotentemente tornati in auge.

In questa torrida estate, il tormentone, ancora più dello spread e della spending, rischia di essere “l’invasione delle blatte”. Dalle notizie che giornalmente si susseguono,questa sorta di insetti potenziati starebbero pianificando l’occupazione del lungomare napoletano tanto faticosamente liberato dal sindaco De Magistris. Escono “in massa” dai tombini, spaventati dagli acuti di qualche artista neomelodico impegnato nelle feste di piazza, girano in battaglioni organizzati come falangi armate e, sostengono i più maligni, sono impiegati come condimento “mobile” sulle pizze ai pomodorini.

Ci sarebbe da ridere se questo problema igienico, determinato da una non corretta profilassi e dalle altissime temperature, non abbia dato il via ad una vera psicosi diffusa anche oltre i confini italici.”Dopo i rifiuti, il nuovo flagello napoletano: le blatte”, ha titolato il francese Le Monde.

Le blatte, in realtà, non sono simboli di impudicizia, di stili di vita malsani e non sono dannosi nella maggior parte delle loro varietà per la salute umana. La proliferazione, assai comune nella stagione estiva, può creare tuttavia problemi di origine sanitaria a causa della trasmissione di agenti patogeni. Se è vero che in questo scorso d’estate si sono palesate in misura maggiore rispetto ad altri anni soprattutto in alcuni quartieri napoletani, è doveroso sottolineare che, al momento, parlare di epidemia appare più di una forzatura.

La diffusione delle piattole ha comunque trovato impreparati i vertici di Palazzo San Giacomo ed ha dato il via ad una campagna speculativa zeppa dei soliti archetipi sui napoletani e i campani in genere.Sì, perché gli scarafaggi col ripristino dei collegamenti pubblici avrebbero “invaso” treni ed autobus per sbarcare all’ombra della Reggia. Ecco, quindi, che molti quotidiani locali, alla ricerca del sensazionalismo, si sono prodotti nelle cronache de “l’invasione delle blatte”.

Mentre un’accurata disinfezione delle fogne ed una cura igienica maggiore dei marciapiedi nelle vicinanze dei tombini sono le uniche misure praticabili (questi insetti sono vulnerabili solo da settembre quando depositano le uova), i più hanno riportato improbabili “avvistamenti” degli scarafaggi rossi. “Io ne ho visto una da sola fuori il bar”, (doveva essere la famosa “blatta esploratrice”, nda), ha denunciato un cittadino di Santa Maria Capua Vetere – “Era rossa e pericolosissima. Per schiacciarla mi sono inzaccherato le Hogan”. “In queste ore si terrà un vertice sanitario regionale per far fronte all’eventuale, grave epidemia”, twitta un professionista dell’informazione, pensando forse alla nota task force, i cosiddetti “ghost blatters”.

Sembra, infatti, che Caldoro, De Magistris, Zinzi e Di Muro, di notte, rigorosamente in auto blu, si aggirino per le città sparando il “raggio fotonico ammazza-scarrafone”. Fintanto che l’analisi del problema si presterà a speculazioni giornalistiche e facili populismi, una valutazione delle responsabilità amministrative e delle misure igienico-sanitarie più efficaci da prendere sarà impossibile. Sempre nella speranza che nessun titolista abbia letto “La metamorfosi” di Kafka.

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