Capodrise, vendita area rione San Donato: il sindaco chiarisce

di Redazione

Angelo CrescenteCAPODRISE. In merito alla manifestazione organizzata da “Capodrise riparte” per giovedì 12 luglio, in piazza Modigliani, a Capodrise, sulla presunta svendita di un’area commerciale nel rione San Donato, il gruppo consiliare di maggioranza “Capodrise rinasce” ha diramato una nota, …

… che chiarisce la reale portata della vicenda: «Apprendiamo – si legge – da un volantino, diffuso nei giorni scorsi, della volontà di un’associazione socio-culturale di Capodrise di animare un dibattito sul futuro di un terreno commerciale inserito nella zona residenziale San Donato. Nulla contro, e ci mancherebbe, alla facoltà di promuovere confronti pubblici sui temi che riguardano la città, ma è bene che i residenti del quartiere e i cittadini di Capodrise sappiano che quel volantino contiene una serie di falsità.

Tanto per cominciare, il sindaco Angelo Crescente e il gruppo di maggioranza non hanno nessuna intenzione, né ora né mai, di ‘svendere beni comunali’, men che meno quelli pagati con i soldi degli abitanti del rione. È vero che il Comune, per appianare una parte dei debiti accumulati nel passato, ha deciso di mettere in vendita l’area commerciale della zona San Donato, ed è altrettanto vero che, per due volte, nessun acquirente si è mostrato interessato.

Se si vuole, però, fornire ai cittadini una ricostruzione corretta dei fatti e non scadere nel bieco populismo, va ricordato che la valutazione economica di quel fondo e, quindi, il prezzo posto a base d’asta, pari a circa 790mila euro, sono quelli stabiliti dall’ufficio tecnico nel 2003, ben 11 anni fa, rispetto ai quali l’amministrazione non ha né aggiunto né sottratto un euro.

Al secondo tentativo, non il sindaco, non la giunta, ma gli uffici hanno provveduto ad applicare all’offerta di vendita un ribasso del 20%, quota stabilità dal regolamento sulle alienazioni dei beni pubblici. Poiché nemmeno la seconda offerta ha sollecitato l’attenzione di investitori privati, il terreno in questione non “va al miglior offerente”, come scrive qualcuno, lanciandosi in una rozza e fantasiosa interpretazione.

Quel fondo resta nelle disponibilità del Comune, che, quand’anche, per ipotesi, volesse attivare una proceduta di gara ufficiosa, esse terrebbe conto del prezzo a base d’asta come la migliore offerta in aumento, nel rispetto del regolamento comunale.

L’alienazione del bene era finalizzata al rientro dal disavanzo di bilancio: una sottostima di quell’area oltre che contro la legge, andrebbe a ledere gli interessi del Comune, dunque gli interessi dei cittadini di Capodrise, finanche di quelli che si improvvisano paladini della (dis)informazione».

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