Spending review, ecco i tagli: colpiti ospedali, tribunali e statali

di Redazione

Mario MontiROMA. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale on line il decreto contenente “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi a i cittadini”.

Il decreto sulla “spending review”, dunque entrato in vigore, ècomposto da 25 articoli, 23 relativi alle disposizioni, il 24esimo sulla copertura finanziaria e il 25esimo con l’indicazione della data di entrata in vigore. Si va dai posti letto negli ospedali, alle province, agli statali (-10% per i funzionari e – 20% per i dirigenti, oltre alla riduzione dei buoni pasto), alla pagella on line.

EVITARE AUMENTO IVA. Dopo esser riuscito a rinviarlo, il governo vuole evitare del tutto l’aumento delle aliquote Iva, destinate altrimenti a crescere di due punti dal mese di luglio del 2013. Promette un risparmio di 26 miliardi di euro in 3 anni: 4,5 per il 2012, 10,5 per il 2013 e 11 per il 2014. Così si eviterà l’aumento dell’Iva previsto per ottobre fino a giugno 2013, ma per evitare che salga dopo è in arrivo una nuova stretta, per trovare altri 6 miliardi.

1,2 MILIARDI DAL 2014 PER I NUOVI ESODATI. Il decreto legge, ha riferito il premier Mario Monti a proposito degli esodati, “estende la clausola di salvaguardia ad altri 55mila soggetti che hanno maturato i requisiti successivamente al dicembre 2011. L’importo complessivo è di 1,2 miliardi a partire dal 2014”.

OSPEDALI. Entro il 30 novembre si dovrà raggiungere lo standard di 3,7 posti letto per 1000 abitanti, arrivando a un taglio stimato in circa 18mila letti tra pubblico e privato accreditato, con una quota di pubblico “puro” che deve essere “non inferiore al 40% del totale”. Nella norma sulla rideterminazione dei posti letto si specifica anche che la riduzione deve avvenire “esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse”.

PROVINCE. Per quanto riguarda, invece, la sforbiciata alle 107 Province italiane decisa dal Governo,siterrà conto di due criteri: l’estensione (probabilmente 3milachilometri quadrati) e la popolazione (numero di abitanti inferiore a 350 mila). Il processo di revisione prevede però, entro la fine dell’anno, anche una fase di accorpamento, mediante una procedura che vede il governo trasmettere la propria deliberazione con i criteri esatti al Consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni regione, che verrà poi approvato dallo stesso Consiglio entro 40 giorni. “È stata ridisegnata l’architettura istituzionale dello Stato sul territorio. L’Italia, con il taglio delle Province, compie una vera e propria svolta nell’assetto dello Stato. Basta con i microfeudi”, afferma il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, commentando il dimezzamento delle province.

CITTA’ METROPOLITANE. Addio anche alle province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, dove nasceranno entro il 2014 le città metropolitane.

STATALI. Per i dipendenti pubblici i tagli arriveranno applicando la riforma Brunetta. Per il personale in eccedenza scatterebbe la mobilità per 2 anni, con lo stipendio all’80 per cento, e poi l’eventuale licenziamento.

TRIBUNALI. Su fronte giustizia, il Consiglio dei ministri di ieri vara la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, con la soppressione di 969 uffici: 37 tribunali, 38 procure, 220 sezioni distaccate, oltre a 674 sedi dei giudici di pace. Un provvedimento “epocale”, dice la Guardasigilli Paola Severino, che però non fa parte della “spending review”, perché avviato dal governo Berlusconi. Qui il risparmio è di oltre 51 milioni di euro in 2 anni: quasi 2 mila e 9 cento per il 2012, oltre 17 mila per il 2013 e più di 31 mila per il 2014. E vuol dire mille edifici in meno. Un taglio, assicura il ministro, che non pregiudicherà la funzionalità del sistema e il contrasto alla criminalità. Rimarranno in funzione strutture in località chiave per la lotta alla mafia, come Marsala dove si stanno celebrando processi importanti. Mentre dai politici, dalle toghe, dagli avvocati (che già hanno fatto ieri il primo sciopero), dai sindacati del personale amministrativo arrivano le prime feroci critiche, la Severino chiede collaborazione a Camere e Csm, per eventuali modifiche del decreto legislativo. Sa che stilare la lista sarà estremamente difficile, ma avverte: “Non ci sarà alcun ‘mercatino’” dei tribunali”. Segnata sarebbe la sorte, tra gli altri, di 6-7 tribunali in Piemonte, 5 in Sicilia, 4 in Abruzzo e Calabria, 3 in Campania e in Lombardia. La chiusura sarebbe graduale, nel giro di 5 anni.

SCUOLA. Da quest’anno la pagella sarà online, così come le iscrizioni alle istituzioni scolastiche (però per gli anni successivi), i registri dei professori e tutte le comunicazioni fra insegnanti e famiglie. “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 – si legge nel testo – le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line attraverso un apposito applicativo che il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca mette a disposizione delle scuole e delle famiglie. Le istituzioni scolastiche ed educative “redigono – si legge ancora – la pagella degli alunni in formato elettronico” e “i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto il ministero predispone infine un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie.

CAMUSSO: “MANOVRA ECCESSIVA”. “Ci pare, anche se ancora non siamo in possesso del testo definitivo del provvedimento, che sia in corso nei fatti un’altra manovra di carattere recessivo, nei fatti, che taglia molto lavoro più di quello che non dichiari”. Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, commenta il provvedimento sulla spending review. I sindacati lavorano anche “a preparare una piattaforma e una mobilitazione generale», ha poi ricordato la segretaria della Cgil, sottolineando come sono già iniziati, «nei prossimi giorni lo vedrete, mobilitazioni nella sanità e nelle categorie del pubblico”.

CISL: “RIORGANIZZARE MACCHINA AMMINISTRATIVA”. Sulla stretta al pubblico impiego Cgil e Uil puntano a alzare i toni annunciando un autunno caldo con tanto di possibile sciopero generale mentre la Cisl di Raffaele Bonanni dice sì “alla mobilitazione” ma in favore di una “riorganizzazione” della macchina amministrativa. Nonostante le proteste, il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi rivendica comunque il merito di aver aperto la strada a un cambiamento epocale dove il merito avrà più spazio: “Basta – dice infatti – promozioni facili. Ora la parola d’ordine deve essere riequilibrare. Non deve più accadere che in un ufficio pubblico ci siano più dirigenti che funzionari”.

REGIONI.Anche ipresidenti delle Regioni non ci stanno. La spending review così come scritta è “insostenibile” avverte il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. E’ “un decreto ammazza-Italia” lo bolla il presidente della Puglia, Nichi Vendola, mentre il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, azzarda: sono “tagli effettuati ad canis cazzium”. “Non siamo in condizione di poter garantire i livelli essenziali” argomenta Renata Polverini mentre anche dal fronte delle province, che pure non osano criticare il loro dimezzamento, ci si preoccupa per i 500 milioni di tagli. “Rischiamo di non riaprire le scuole a settembre” avverte Giuseppe Castiglione, presidente dell’Unione delle province. “C’è grande preoccupazione per i tagli perché andranno a compromettere servizi fondamentali: interverremo in Parlamento” annuncia così il responsabile economia del Pd Stefano Fassina.

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