Riscuotevano la pensione di persone decedute: 15 denunciati a Roma

di Redazione

 ROMA. Ogni mese, puntuali, si presentavano allo sportello Inpdap per ritirare la pensione, oppure ricevevano, direttamente con accredito sul conto corrente cointestato, il vitalizio.

All’apparenza tutto regolare, tanto da non destare mai i sospetti degli impiegati dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti della pubblica amministrazione. Peccato però che i beneficiari della pensione fossero deceduti da anni, in qualche caso perfino dall’altra parte del mondo. E’ l’ennesima truffa scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Roma, al termine di una serie di indagini partite dal controllo capillare di centinaia di posizioni previdenziali.

I militari del I Gruppo di Roma si sono soffermati in particolare su alcune situazioni anomale e indagando più a fondo, con una serie di dati incrociati, hanno scoperto diversi casi di decessi che i parenti dei defunti non avevano comunicato all’Inpdap. La pensione di persone già morte finiva così per intero nelle loro tasche. Il bilancio complessivo dell’indagine è di 15 persone denunciate a piede libero e il sequestro preventivo di beni nella disponibilità degli indagati, per un valore di 1,6 milioni di euro.

Un valore totale corrispondente alle somme che negli anni gli indagati avevano indebitamente percepito. C’era chi, presentandosi allo sportello munito di delega falsa del titolare, ritirava la pensione in contanti. E chi invece si faceva accreditare le somme su un conto corrente cointestato con l’avente diritto al trattamento previdenziale.

In tutti i casi scoperti dai finanzieri il decesso dei parenti non era stato comunicato, come per due coniugi che si erano trasferiti in Brasile ed erano deceduti da anni, ma i parenti rimasti in Italia, oltre ad ereditare un cospicuo patrimonio, ricevevano regolarmente la loro pensione arrivando ad intascare trattamenti per circa mezzo milione di euro.

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