Operazione “Route 106”: 5 arresti tra le cosche di ‘ndrangheta

di Mena Grimaldi

 REGGIO CALABRIA. La squadra mobile e il commissariato di Polizia di Siderno, nella mattinata di lunedì, hanno eseguito delle ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcune persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni.

Le indaginihanno consentito di evidenziare un inquietante spaccato della realtà economico imprenditoriale dellaLocridein cui opera anche la cosca Cataldo, intesa quale articolazione criminale territoriale attiva in Locri e paesi limitrofi in adesione alla più ampia associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta.

A boss locali si sarebbe rivolto l’ingegner Carlo Parasporo, un impresario molto noto in provincia di Reggio Calabria per essersi accaparrato alcuni lavori della statale 106 jonica, quella che dovrebbe congiungere Taranto a Reggio Calabria.

Parasporo avrebbe stretto rapporti d’amicizia prima e imprenditoriali poi, proprio per poter «garantirsi» – scrivono i pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria,Nicola Gratteri e Antonio De Bernardo – appalti su entrambi i versanti della Calabria, quello jonico e quello tirrenico.

L’operazione, denominata “Route 106”, condotta nella Locride dalla squadra mobile di Reggio Calabria guidata da Gennaro Semeraro e dagli agenti del commissariato di Siderno ha definito, ancora una volta, gli intrecci tra imprenditori e ‘ndranghetisti.

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