L’Eurogruppo si riunisce, lo spread sale e Monti bacchetta Squinzi

di Redazione

 ROMA. L’Eurogruppo si riunisce lunedì pomeriggio per affrontare le misure contro la crisi. E in attesa del summit lo spread tra il Btp e il Bund tedesco torna a salire e supera quota 470 punti a 471,5 punti.

Il rendimento del decennale è salito al 6,05%. Borse europee in altalena. Avvio in calo per Piazza Affari con il Ftse Mib che perde lo 0,5% a 13.666 punti, ma poi vira in positivo. Parigi cede lo 0,2%, Amsterdam -0,08%, Francoforte -0,06%, Bruxelles -0,06%. Apertura in rialzo per la Borsa di Londra con l’indice Ftse-100 che segna un progresso dello 0,09% a 5.662,6 punti.

MONTI RICHIAMA SQUINZI. “Dichiarazioni di questo tipo, come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi a carico non solo del debito ma anche delle imprese, e quindi invito a non fare danno alle imprese”. Le parole del presidente del Consiglio Mario Monti, destinate al leader di Confindustria Giorgio Squinzi campeggiano sulle prime pagine di tutti i giornali. “Invito a considerare che dichiarazioni di questo tipo da parte di personalità istituzionali ritenute responsabili hanno effetti molto rilevanti nei mercati e quindi suggerirei di fare più attenzione, non tanto nei riguardi del governo, che evidentemente non lo merita a giudicare da ciò che viene detto, ma verso le imprese”, ha aggiunto Monti, che ha poi somministrato la stoccata finale: “Avevo capito che le forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo pubblico e che obiettassero a manovre fatte in passato basate sull’aumento delle tasse, e che era ora di incidere su spesa pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male”.

Squinzi sabato aveva bacchettato il governo, attribuendogli un voto “tra il cinque e il sei” e invitandolo a evitare “la macelleria sociale”. Parole che hanno indispettito il premier, subito sostenuto da alcuni esponenti dell’economia del Paese: Luca Cordero di Montezemolo, tra i predecessori di Squinzi alla guida degli industriali, ha affermato che certe dichiarazioni “non esprimono la linea di una Confindustria civile e responsabile”. Anche i presidente di Telecom ed Eni, Franco Bernabè e Paolo Scaroni, si schierano con Monti, anche se Scaroni si dice convinto che Squinzi sia stato “frainteso per toni, modalità e contenuti”. Dalla parte di Squinzi è invece Ettore Riello, presidente dell’omonimo gruppo, che dalle colonne del Giornale invita il premier ad ascoltare Confindustria. Il nuovo leader della Lega Nord Roberto Maroni ha rincarato la dose, affibbiando un “4” al governo e affermando che la salita dello spread “è colpa del governo, non di chi lo critica”.

IL FONDO SALVA-STATI. L’agenda del summit, nonostante esso non sia ritenuto decisivo (già fissato un altro vertice per il 20 luglio), è molto pesante e riunisce dossier da tempo sul tavolo dei ministri al nuovo cantiere lanciato dal Vertice Ue della settimana scorsa. Ecco i principali punti in discussione:I leader dei 17 paesi della zona euro hanno concordato per il futuro fondo salva stati Esm la capacità di ricapitalizzare direttamente le banche, ma solo dopo che sarà creata un’unica autorità europea di supervisione degli istituti di credito. L’obiettivo è di spezzare il legame tra debiti sovrani e debiti bancari. I leader si sono anche messi d’accordo per un uso più flessibile del fondo Efsf-Esm per assicurare la stabilità a breve termine dei mercati, con acquisto di bond dei paesi più virtuosi sotto attacco speculativo, in funzione anti-spread. I ministri devono ora “implementare” le due decisioni, definendo in particolare le condizionalità degli interventi e i tempi di applicazione che già non si preannunciano rapidi. L’Esm,il nuovo fondo salva stati (che ha una capacità di fuoco di 500 miliardi di euro), non è ancora operativo, anche se l’obiettivo fissato dai leader era peril 9 luglio. Al momento solo 13 dei 17 paesi dell’area euro hanno ratificato l’Esm che potrà entrare in funzione solo quando le ratifiche raggiungeranno il 90% del capitale. I ministri completeranno doamni anche i regolamenti mancanti.

NOMINE. Quello delle nomine è un capitolo caldo, sul quale gli stati sono divisi. Si tratta di rimpiazzare lo spagnolo Josè Manuel Gonzales-Paramo nel board della Bce. Tre i candidati: lo spagnolo Antonio Sainz de Vicuna (capo del dipartimento legale della Bce), il lussemburghese Yves Mersch (governatore) e lo sloveno Mitja Gaspari (ministro allo sviluppo). A questa nomina sono legate quella alla presidenza dell’Eurogruppo (il lussemburghese Jean-Claude Juncker scade il 16 luglio), per la quale ci sono molti candidati ma nessuno ufficiale, e alla presidenza del futuro Esm, su cui la Germania ha messo la bandiera con l’attuale amministratore dell’Efsf, Klaus Regling. Si fa più consistente l’ipotesi di un prolungamento del mandato di Juncker fino alla fine dell’anno per superare l’impasse.

AIUTI ALLA SPAGNA. Per quanto riguarda la ricapitalizzazione delle banche in Spagna,l’Eurogruppo ha dichiarato la disponibilità ad aiuti fino a 100 miliardi di euro per Madrid. La Spagna, che non ha ancora quantificato il bisogno, puntava ad una ricapitalizzazione diretta delle banche da parte di Efsf-Esm, per non appesantire ulteriormente il proprio debito sovrano. Ma i tempi di applicazione delle decisioni del Vertice non consentiranno di farlo. Domani dovrebbe essere finalizzato il memorandum di intesa, ma per la cifra esatta degli aiuti si dovrà aspettare ancora alcune settimane. La decisione finale sarà presa in un Eurogruppo straordinario, il 20 luglio.

AIUTI ALLA GRECIA. Il nuovo ministro greco delle finanze Yannis Stournaras presenterà le priorità del nuovo governo e la richiesta di avere due anni in più per applicare il programma di austerità imposto dalla troika Ue-Bce-Fmi in cambio degli aiuti. Finora, l’esborso a favore di Atene è stato di 148,6 miliardi di euro. La Grecia ha bisogno entro il 20 agosto di altri 35 miliardi.

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