Merkel e Hollande: “Salveremo l’euro”

di Redazione

Angela Merkel e Francois HollandeBERLINO. Il circolo virtuoso innescato dalle parole pronunciate il 26 luglio a Londra dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi (“L’Euro è irreversibile”) è stato alimentato da Angela Merkel e Francois Hollande …

… che hanno assicurato di essere “pronti a tutto per proteggere” l’eurozona e l’integrità della moneta unica, lanciando così ai mercati lo stesso messaggio del governatore della Bce, con un effetto moltiplicatore di credibilità.

Intanto, Mario Draghi dovrebbe incontrarsi nei prossimi giorni con il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, per cercare di superare le resistenze a una serie di misure per ridurre gli spread. Le borse europee hanno chiuso per la seconda giornata consecutiva in forte rialzo mentre lo spread è calato a 455 punti, nonostante abbia preso forza l’ipotesi sulla preparazione di un bail-out totale per la Spagna, ormai dipinta come una nazione di lacrime e sangue. E sul Paese iberico è intervenuto il Fondo Monetario Internazionale che ha avvertito: senza misure da parte della Bce il Paese è arischio.

L’Fmi, nella pubblicazione del Rapporto annuale sulla Spagna, ha infatti lodato il Paese iberico per le misure sino ad ora attuate. Tuttavia ha precisato che il loro successo dipenderà dai passi che saranno presi a livello europeo per alleggerire la situazione del debito. L’Fmi afferma infatti la necessità di “una prosecuzione delle azioni nazionali a livello europeo nel rafforzamento della moneta unica e nella riduzione delle cause di stress sui mercati del debito sovrano”. E ha aggiunto che la ristrutturazione del sistema finanziario spagnolo, per il quale Madrid ha ottenuto fondi fino a 100 miliardi di euro ha il potenziale per ridare fiducia agli investitori e ridare competitività all’economia del paese.

E per tutta la giornata di venerdì 27 luglio si sono rincorse voci su un ulteriore piano di aiuti in arrivo a Madrid, circa 300 miliardi di euro, di cui il ministro spagnolo delle finanze Luis de Guindos avrebbe parlato con il collega tedesco Wolfgang Schaeuble nella sua visita a Berlino, martedì scorso, quando i tassi per il rifinanziamento del debito spagnolo avevano raggiunto il record del 7,6%. Immediata la smentita: “Non ci sarà alcun salvataggio, non è previsto”, è stata la secca risposta della portavoce del governo spagnolo, Soraya Saenz de Santamaria. Madrid non ha però precisato se per ‘salvataggio’ intende anche la richiesta di aiuti da parte del fondo salva stati Efsf in funzione anti-spread. La Commissione Ue ha ricordato che per attivare lo scudo “serve una richiesta dello stato membro interessato” e che “al momento nessuna domanda è arrivata”.

Nel comunicato congiunto, pubblicato dopo il loro colloquio telefonico, Merkel e Hollande “sottolineano la necessità di applicare velocemente le decisioni prese dal Consiglio europeo del 28 e 29 giugno”. Alcuni osservatori a Bruxelles ritengono che sia un messaggio rivolto a Madrid, perché si decida a chiedere l’intervento del fondo Efsf per fare calare la febbre degli spread e scongiurare la necessità di un salvataggio globale.

Il governo Rajoy continua a resistere per evitare le condizioni imposte dai partner dell’Eurogruppo e dal fondo, ma il paese è in gravissima sofferenza, piegato da disoccupazione record e recessione economica. La soluzione intermedia che si sta profilando è un patto anti-spread tra stati Ue e Bce in tre mosse, di cui ha dato conto ‘Le Monde‘, che interesserebbe anche l’Italia: l’Efsf compra i titoli italiani e spagnoli sul mercato primario; poi scende in campo l’Eurotower sul mercato secondario; infine, dopo settembre, il testimone passa al fondo salva stati permanente Esm, che sarebbe stato dotato nel frattempo di licenza bancaria.

Quest’ultimo passaggio deve però superare la ferma opposizione di Berlino (ribadita anche oggi), Olanda e Finlandia e le forti perplessità interne alla stessa Bce. Nei giorni scorsi, il governatore austriaco Ewald Nowotny, membro del direttorio di Francoforte, ha fatto una cauta apertura.

Tutti gli occhi ora sono puntati sul consiglio dei governatori del prossimo 2 agosto, decisivo per capire come Draghi intende concretizzare le parole su una Bce “pronta a tutto”, anche ad agire sugli spread sovrani “nella misura in cui bloccano il funzionamento dei canali di trasmissione della politica monetaria”. Nonostante il ‘nein’ della Bundesbank, la Merkel (con Hollande) per ora lo sostiene.

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