Fukushima, i ricercatori “Ci saranno fino a 2.500 casi di cancro”

di Mena Grimaldi

 FUKUSHIMA. Sono agghiaccianti i primi dati degli studi pubblicati sulla rivista “Energy and Enviromental Science”, sui danni alla saluti provocati dal disastro nucleare in Giappone conseguente al terremoto e allo tsunami dell’11 marzo 2011.

Secondo i dati dei medici, le radiazioni fuoriuscite a Fukushima potrebbero provocare da un minimo di quindici fino a un massimo di 1.300 morti, e tra 24 e 2.500 casi di cancro.

“Dalle stime emergono numeri di grande incertezza, ma si evidenzia come le precedenti affermazioni che negavano eventuali rischi per la salute non dicono il vero”, dicono i ricercatori, che hanno utilizzato un modello atmosferico in tre dimensioni sviluppato in oltre vent’anni di ricerca e in grado di prevedere come si disperdono le polveri radioattive trasportate dalle correnti atmosferiche.

Dati, dunque, che contrastano nettamente con le rassicurazioni dell’epoca dal Comitato scientifico delle Nazioni Unite.La maggior parte del materiale radioattivo fuoriuscito dalla centrale è finito nell’oceano Pacifico, mentre il 19% si è infiltrato nel terreno, riducendo così l’impatto sulla popolazione.

Sarà il Giappone a subire le maggiori conseguenze, invece gli effetti in Asia e Nord America dovuti alle polveri radioattive trasportate dal vento saranno estremamente bassi.

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