Barclays, scandalo tassi manipolati: si dimette il presidente Marcus Agius

di Antonio Taglialatela

Marcus AgiusLONDRA. Marcus Agius, presidente del cda di Barclays, si è dimesso dopo lo scandalo delle manipolazioni dei tassi interbancari praticata dall’istituto finanziario.

Ad annunciarlo la banca britannica in una nota firmata dallo steso Agius: “Gli eventi della settimana scorsa – si legge – hanno messo in luce dei comportamenti inaccettabili in seno alla banca e dato un colpo devastante alla reputazione di Barclays”. Barclays ha intenzione di chiedere un audit sulle pratiche correnti, il cui rapporto verrà reso pubblico. Inoltre, verrà pubblicato un nuovo codice di condotta per i dipendenti.

La banca aveva annunciato mercoledì scorso di voler pagare 360 milioni di euro per mettere fine alle inchieste delle Authority britannica e statunitense sui tentativi di manipolazione dei tassi interbancari Euribor e Libor, che definiscono non solo il tasso di interesse dei prestiti fra istituti ma anche indirettamente quelli dei crediti concessi a famiglie e imprese.

Agius, che è stato presidente della Barclays per cinque anni e mezzo, resterà in carica fino alla nomina di un successore. Il suo è il primo grande nome a lasciare. Ora nel mirino c’è anche l’amministratore delegato Bob Diamond.

450 milioni di dollari di sanzione quelli che l’istituto di credito dovrà pagare dopo aver raggiunto un accordo con la Financial Services Authority (Fsa). Il caso ha creato grande scalpore a Londra, tanto più che, oltre a Barclays, sono rimaste coinvolte nella vicenda anche Hsbc, Lloyds Banking Group e Royal Bank of Scotland che hanno accettato di riparare ai danni subiti dai loro clienti che sono rimasti vittime di questo tipo di strumenti finanziari strutturati.

La contestazione mossa dalle autorità inglesi e americane (Commodity Future Trading Commission) è che prima del 2008, siano stati compiuti numerosi tentativi per manipolare il Libor, indice che serve a calcolare gli interessi interbancari, i tassi dei mutui e i costi delle carte di credito.

Le autorità britanniche hanno detto di essere pronte a indagare sul top management di Barclays e anche il premier del Regno Unito, David Cameron, ha puntato il dito contro l’ad Diamond chiedendogli di rispondere alle accuse e ricordando che nel 2005-09, nel periodo in cui si sono svolte le operazioni incriminate, lo stesso Diamond era a capo della banca d’affari di Barclays. “È necessario un cambio di cultura nel settore bancario. – ha detto Cameron a Bruxelles – La gente in Gran Bretagna è arrabbiata con le banche e lo sono anche io. Chi viola le regole deve affrontare le conseguenze”.

Dal 2001, come ha specificato l’Fsa, sono stati venduti alle imprese circa 28mila prodotti per la protezione dalla variazione dei tassi. L’Authority ha chiarito che i risarcimenti potrebbero andare dalla cancellazione o sostituzione degli strumenti finanziari venduti, fino ai rimborsi parziali o totali. Ma in una lettera aperta al presidente della commissione parlamentare sul Tesoro, Diamond (che è anche l’amministratore delegato più pagato di una banca britannica) si è detto disposto a testimoniare dinanzi ai deputati e ha puntato il dito contro un “piccolo numero” di dipendenti che hanno agito in maniera inappropriata.

L’amministratore delegato ha tuttavia ammesso che il sistema di controllo interno della banca avrebbe dovuto essere più severo e ha assicurato che Barclays ora prenderà provvedimenti di ogni tipo nei confronti dei responsabili.

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