Ticket mensa, Guida al sindaco: “Parlano i numeri”

di Redazione

Enzo Guida CESA. Ringrazio il sindaco per avermi definito intelligente, ma credo che su questi temi dell’aumento delle tasse sta vivendo una situazione difficoltà, soprattutto per quello che ha detto prima delle elezioni, quando criticava la precedente amministrazione.

Ed allora cerca di spostare l’obiettivo. Se io non ho capito nulla o cerco di fare il furbo, come dice Liguori, possiamo anche avviare un concorso pubblico per stabilirlo, però dobbiamo fornire prima i dati e i numeri. Il primo elemento di valutazione è che rispetto allo scorso anno, la previsione di spesa per il servizio mensa è inferiore, si passa da una previsione di spesa pari a 142.404,00 euro a 108.950 euro di quest’anno. Il costo del singolo pasto, invece, rimane invariato pari ad 2,70 euro iva inclusa. Se la matematica non è un’opinione, dividendo la spesa complessiva prevista con il costo del singolo pasto, ci si renderà conto che i pasti forniti saranno in numero inferiore rispetto allo scorso anno. Dunque se il servizio mensa nel complesso costerà di meno alle casse comunali e la spesa del singolo pasto rimane invariata, perché aumenta il costo del servizio per il cittadino?
La seconda questione che il sindaco Liguori non vuole affrontare perché è evidente la sua difficoltà e non vuole ammettere l’errore commesso quando faceva l’oppositore riguarda la scelta di differenziare il ticket mensa tra residenti e non residente. Decisione criticata nell’ottobre del 2011 quando fu adottata dalla precedente amministrazione e confermata ora dal sindaco Liguori. Perché lo avete fatto anche voi? Quando noi del Pd vi dicevamo che era un problema di spesa, di risorse, quando il sindaco De Angelis e l’assessore Verde, “massacrati” da voi su questo argomento, vi spiegavano che non c’era altra scelta per via delle ristrettezze, quando il sindaco De Angelis ha dovuto mettere la sua indennità di carica pari a 12mila euro a disposizione del comune per coprire i costi della mensa, Lei, sindaco Liguori, in quel preciso momento storico scriveva che l’amministrazione comunale aveva compiuto Un autentico ‘capolavoro’ la prima nella storia del nostro paese, a varare un provvedimento che avrà, sicuramente, pesanti ricadute non solo sociali ed economiche ma anche politiche. Si salassano le famiglie in un momento già molto delicato, con tariffe da scuole private per ricchi e si rompe un vincolo di solidarietà e di amicizia con i comuni limitrofi, in primis Aversa, che accolgono da anni nelle proprie scuole i bambini del nostro paese erogando servizi e prestazioni senza discriminazioni di alcun tipo”.
L’attuale primo cittadino chiedeva ‘alsindaco De Angelise all’assessore all’Istruzione Verde, un atto di buon senso,ovvero la ridefinizione secondo criteripiù equidelle quote di compartecipazione a carico dell’utenteche, a nostro avviso, sonofuori luogo e fuori tempo’.
Eppure parliamo di ottobre 2011, pochi mesi fa, quando la crisi era già in atto, Monti era già al governo, i tagli agli enti locali erano già presenti. Allora sindaco Liguori ammetta il suo errore di valutazione. Io non sto facendo propaganda, non sto negando il taglio di risorse, non sto nascondendo le difficoltà sue e di tutti i sindaci di Italia nel gestire una situazione complessa e difficile, ma sto semplicemente dicendo che nei tagli che Lei doverosamente doveva effettuare ha tagliato nella parte sbagliata. Tutto qui. È furbizia questa? Non ho capito nulla? Oppure evidentemente ho toccato un nervo scoperto, evidenziando affermazioni incoerenti tra loro?

Enzo Guida

Coordinatore del Circolo Pd di Cesa

Consigliere Comunale

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