Caserta, in fiamme terreno confiscato alla camorra

di Redazione

 CASERTA. Un incendio ha distrutto nella notte tra domenica e lunedì oltre metà del grano pronto per la trebbiatura nel terreno della località Cento Moggi, a Pignataro Maggiore, nel Casertano, confiscato al clan Lubrano e gestito in via provvisoria dalla coop Terre di Peppe Don Diana creata dall’associazione Libera.

Con il grano si sarebbero dovuti produrre i “paccheri”. La restante parte verrà mietuta domani. Sul posto i vigili del fuoco e i vigili urbani; non è stata ancora stabilita l’origine del rogo ma il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, parla esplicitamente di fiamme di origine dolosa.

IL SINDACO: “60% DEL RACCOLTO E’ PERSO”. “Già ieri mattina – racconta il primo cittadino – intorno alle 11 mi ero recato sul posto per un incendio di sterpaglie lungo la strada che costeggia il terreno confiscato. Mi avevano avvisato tempestivamente i vigili urbani; l’immediato intervento dei vigili del fuoco aveva poi scongiurato il propagarsi dell’incendio. Poi ieri pomeriggio avevamo chiamato nuovamente i pompieri per un nuovo allarme. Questa mattina, l’agronomo da me inviato al terreno per dare il via al raccolto ha scoperto che gran parte del grano era andato bruciato. Il rogo sarebbe divampato nei pressi di una strada interna al fondo ma ha avuto origine in più punti; perciò pensiamo sia doloso. L’agronomo ha quantificato il coltivato andato perso nell’ordine del 50-60%. Ora invierò una denuncia alla Prefettura e alle forze dell’ordine”.

TAGLIONE: “STAREMO ACCANTO AI SOCI”. “In questi giorni – conferma il referente di Libera Caserta Valerio Taglione – episodi simili sono avvenuti in terreni confiscati in Sicilia, Calabria e Puglia; nel Casertano e’ il primo, proprio in concomitanza tra l’altro col Festival dell’Impegno civile (realizzato da Libera e dal Comitato don Peppe Diana all’interno proprio di beni confiscati tra le province di Caserta e Napoli, ndr). Staremo accanto ai soci cooperatori e continueremo a lavorare per liberare questo territorio dai soprusi e dagli interessi criminali”. “Non è possibile – prosegue Taglione – che qualcuno pensi ancora di intimidirci, e non è pensabile che ce ne staremo zitti e buoni lasciando che anni di impegno e di lotta per il riscatto sociale di questa Provincia vengano gettati al vento. La cooperativa ed i soci non sono mai stati soli e mai lo saranno, perché come loro e con loro abbiamo la responsabilità etica e morale della memoria e dell’impegno, nell’ottica di una produzione sociale capace di essere alternativa ed antidoto dell’economia criminale”. “Cinque le persone che hanno coltivato e seguito la crescita del grano; per Libera questo rappresentava comunque l’ultimo raccolto dal momento che la gestione è stata affidata con bando ad un’altra coop”.

DON CIOTTI: “SI COLPISCE CHI LAVORA PER LA LEGALITA'”.

“Nei giorni scorsi il tentativo di incendio su quattro ettari di aranci a Lentini in Sicilia; cinque ettari di legumi distrutti a Isola Capo Rizzuto in Calabria, stanotte bruciati dodici ettari di grano a Pignataro Maggiore pronti per la mietitura per realizzare i paccheri Don Peppe Diana. Continua l’aggressione ai beni confiscati, una rappresaglia continua e reiterata con il chiaro intento di colpire chi lavora per ristabilire legalità e sta realizzando un’ economia giusta e sana nel nostro paese”. Questo il commento di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. “Le mozzarelle, il vino, la pasta, il succo d’arancia, le passate, i tarallini – prosegue Don Ciotti – fanno paura perché sono prodotti che coniugano il gusto della qualità con la corresponsabilità. Non possiamo più pensare a delle coincidenze, esprimiamo gratitudine verso il Corpo Forestale, il Ministro dell’Interno, le forze dell’ordine per il loro contributo per garantire la sicurezza di quelle realtà. Dall’assemblea nazionale di Libera, conclusasi ieri a Senigallia, il grido del ‘Noi’ è uscito forte e chiaro: andiamo avanti con più forza e determinazione, quei criminali – conclude il fondatore di Libera – devono rendersi conto che queste terre in Calabria, in Sicilia, in Campania, nel Lazio e in Puglia sono ormai davvero libere”.

IL 3 LUGLIO A RACCOLTA I VOLONTARI. Intanto, martedì 3 lugliodi scorta alla mietitura del grano in località Cento Moggi a Pignataro Maggiore, coltivato dalla cooperativa sociale Le Terre di don Peppe Diana, sono chiamati a raccolta tutti i volontari e tutti i cittadini onesti della Provincia di Caserta. Lo annuncia un comunicato stampa del Comitato don Peppe Diana. Una pubblica manifestazione, promossa da Libera Caserta, Libera Campania e dal Comitato don Diana che vuole essere una valida e significativa risposta contro il vile atto che distrutto il 70% del raccolto di grano. “Il responsabile o i responsabili, chiunque essi siano – è scritto nella nota – devono immediatamente capire che nessuno è disposto a fare passi indietro e che i soci cooperatori non sono soli. A scegliere la legalità e la produzione sui terreni confiscati alla camorra siamo in tanti, chi desidera colpirci è bene che desista”.

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