La “Stanzione” festeggia tra novità, sorprese e addii

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. Giovedì 7 e venerdì 8 giugno la tranquilla atmosfera del castello di Teverolaccio, a Succivo, è stata piacevolmente animata dalla consueta manifestazione di fine anno organizzata dalla scuola “Massimo Stanzione” di Orta di Atella diretta dalla professoressa Arcangela Del Prete.

Una consuetudine che, però, quest’anno è stata arricchita da novità, sorprese e, purtroppo, da “separazioni”. Ma procediamo con ordine. Giovedì 7, alle 19, festa di musica corale e strumentale con i bravissimi alunni dei laboratori “Io in coro” e “Se canto…”, condotti rispettivamente dai docenti Rosario Bergamo e Beatrice Maisto. I ragazzi si sono esibiti in una rassegna di canzoni classiche del repertorio napoletano riscuotendo lunghi applausi alla fine di ogni brano.

Tra loro, presente anche la talentuosa Raffaella Marrazzo, ex alunna della “Stanzione” fino all’anno scorso, che ha stregato il folto pubblico presente con la sua incantevole e potente voce solista. Si può affermare che Raffaella rappresenti un vanto della scuola e, in particolare, del professor Bergamo che ne ha scoperto le potenzialità, guidandola alla passione per la musica e il canto.

La corale, da molti anni un fiore all’occhiello della scuola “Stanzione”, ha ricevuto riconoscimenti e successi anche in prestigiose competizione canore come il Festival nazionale dei cori scolastici “Ercolano in…canto” edizione 2009, nel quale, dietro la direzione del professor Bergamo, si è collocata al quarto posto su un centinaio di scuole in gara provenienti da ogni parte d’Italia, ricevendo anche una menzione speciale da parte della giuria.

Ad impreziosire ulteriormente lo spettacolo, è stata l’importante novità di quest’anno: la presenza sul palco dei ragazzi del nuovo Corso di strumento musicale che, dopo una lunga lotta durata almeno cinque anni da parte della dirigente Del Prete, è divenuta parte integrante del curriculum scolastico. Questi ragazzi, magnificamente preparati dai maestri Fabrizio Romano per il corso di pianoforte, Giovanni Del Canto per il corso di chitarra, Massimo Aversano per il corso di flauto e Guido Di Iorio per il corso di percussioni, hanno accompagnato l’esibizione canora con musica d’insieme e strumentale, riuscendo a trasmettere ai presenti tutto il lavoro che c’è dietro il “fare musica” a scuola, quell’impegno costante e appassionato dei docenti per far nascere nei giovani il rapporto felice e stimolante con i suoni, con la pratica strumentale, col gusto e soprattutto con il senso collettivo che la musica porta con sé.

 Si è trattato di un felicissimo esordio e di un momento di grande soddisfazione per la dirigente Del Prete per il suo valore nel quadro dell’offerta formativa, giacché è evidente che queste attività non si risolvono semplicemente nell’occasione straordinaria dell’esibizione programmata per lo spettacolo di fine anno. Questa occasione rappresenta, in realtà, il momento in cui si dà visibilità alle singole tappe di un percorso che procede nell’ambito di un curricolo finalizzato alla crescita armoniosa di tutte le facoltà della persona; un percorso che non resta, dunque, estraneo al contesto formativo nel quale avviene il processo di crescita, anche perché la pratica musicale, attraverso l’implicazione e lo stimolo delle varie capacità della mente umana, favorisce l’apprendimento di tutte le discipline.

Momento centrale della serata, è stata l’applauditissima riduzione teatrale della professoressa Angela Follo, dal titolo “La Favola di Pinocchio”, tratta dall’opera di Collodi, realizzata nell’ambito del progetto “Dis-Abilmente” promosso dell’associazione “Casa nel Sole”, in collaborazione con la dirigente Del Prete, che sempre, con grande sensibilità ed entusiasmo, caldeggia ogni iniziativa che curi il miglioramento dei rapporti umani nel rispetto della diversità e delle abilità individuali.

Sul palcoscenico hanno recitato, insieme, alunni “normodotati” e alunni “diversamente abili”. Con la loro esibizione, resa possibile grazie al lavoro dei docenti Follo, Speranza Mozzillo e Gaetano Nacca, i piccoli attori hanno dimostrato che l’annientamento di ogni barriera tra disabilità/diversità e “normalità”, nella prospettiva di un operare armonico e produttivo, è possibile se veramente lo si vuole. Questo progetto ha certamente costituito uno dei momenti più alti delle tante attività promosse dalla scuola.

A chiusura della prima giornata, si esibiscono le scatenate ballerine, preparate con consueta abilità dalla professoressa Luisa Lorello, che coinvolgono il pubblico con la loro bravura, il loro entusiasmo e la loro vitalità travolgente. Venerdì 8 giugno è la volta dell’attesa commedia scritta dalla sempre più brava professoressa Follo, dal titolo “Le parole servono”, nella quale vengono messi in scena in modo esilarante litigi, malintesi, chiarimenti che avvengono all’interno di una normale famiglia italiana ma che servono a sottolineare un principio mai troppo valorizzato: parlare con franchezza e lealtà, e soprattutto quando è il momento, aiuta a vivere meglio.

La rappresentazione, come sempre, è stata splendida non solo nella scrittura ma anche nella messa in scena, grazie ai genitori coordinati dall’efficientissima e dinamica presidente del Consiglio d’Istituto, Adelaide Mozzillo, che hanno contribuito in modo determinante alla realizzazione della scenografia e dei costumi. Quest’anno, però, c’è stata una grande novità: la scelta felicissima e sicuramente inconsueta di far salire sul palco, unitamente agli alunni, anche i docenti. La stessa professoressa Follo, con i docenti Giuseppe Roncioni, Speranza Mozzillo, Luisa Lorello, Francesco Amato, hanno voluto mettersi in gioco insieme ai ragazzi e alle ragazze conferendo l’immagine più vera di una scuola che, come affermato dalla dirigente Del Prete, vuole essere comunità formativa a 360 gradi nei fatti, oltre ogni retorica, nella quale i vari ruoli, insegnanti, genitori, alunni, non siano ricoperti con spirito di autosufficienza, ma di collaborazione costruttiva, sempre aperta alla possibilità di una crescita comune.

La bravura degli attori, grandi e piccoli, è stata straordinaria e coinvolgente, il pubblico ha dimostrato più volte, durante la recita, di apprezzare con risate e applausi a scena aperta le battute, le espressioni e la mimica degli interpreti.

Parole sincere di elogio sono state espresse, al termine dello spettacolo, dall’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Orta di Atella, Rosa Minichino. Un grazie per la loro presenza è andato anche ai rappresentanti della Commissione Pari Opportunità dello stesso Comune.

Al di là della bravura di tutti, ciò che è risaltato in modo straordinario sul palco nelle due serate della manifestazione, è stata la completa armonia alunni e docenti che, in comunione, hanno voluto regalare una serata piacevole al pubblico rivolgendo, a modo loro, il saluto della scuola “Stanzione”. Elencare i nomi di tutti gli alunni che hanno partecipato a questa festa sarebbe troppo lungo anche se meriterebbero di essere menzionati uno per uno per l’impegno e la serietà con cui si sono dedicati alla buona riuscita dello spettacolo. La dirigente Del Prete, nel momento dei saluti, ha affermato di essere orgogliosa del corpo docente da lei diretto, capace sempre di coinvolgere e motivare i propri alunni con grande professionalità e dedizione, anche a costo di sacrifici personali; sacrifici, tuttavia, che trovano ampio appagamento nell’entusiasmo dei ragazzi e nella gioiosa gratificazione che essi provano nel mostrare ciò di cui sono capaci.

Questi due giorni hanno racchiuso, in effetti, il compendio di tutto ciò che la scuola cerca di offrire ai suoi alunni: occasioni di crescita morale, sociale ed espressiva, nell’ambito di un discorso che va oltre la semplice trasmissione dei contenuti disciplinari, e che richiede energie e impegno tali che solo un grande amore per la scuola può motivare.

Un amore che la scuola è riuscita a trasmettere, così come testimonia l’inaspettata consegna della targa di encomio che spontaneamente i genitori hanno voluto consegnare alla dirigente Del Prete per mano della presidente del Consiglio d’Istituto, Mozzillo, come segno tangibile di riconoscenza per il grande lavoro e i tanti progetti che la scuola, pur muovendosi tra tante difficoltà organizzative e mancanza di risorse, riesce a portare a compimento per gli alunni. Un gesto che ha commosso particolarmente la dirigente Del Prete che riconosce in esso una risposta tangibile al suo sforzo di aprire la scuola al territorio per far sì che diventi una comunità educante capace di formare cittadini futuri proiettati verso valori costruttivi per non perdersi nei negativi sentieri della società odierna.

In questi giorni così ricchi di emozioni, non è mancato il momento di forte commozione durante la festa a sorpresa organizzata per il pensionamento della professoressa Lorello. Ciò che va segnalato è che la commozione non ha riguardato solo – com’è normale che sia – l’interessata, ma anche gli alunni che, tra le lacrime, hanno letto i loro messaggi di saluto nei quali esprimevano sentimenti sinceri di riconoscenza e di affetto profondo.

E’ questo il segno più evidente del tipo di rapporto ideale che si vuole instaurare tra docenti e alunni: un rapporto di reciproco rispetto e di affetto, nel quale il docente si pone quasi come un parente più anziano e saggio, pronto ad ascoltare e guidare l’allievo lungo la strada della sua crescita culturale e morale, i cui insegnamenti non perdono valore al termine del ciclo di formazione ma costituiscono la base delle nuove conoscenze e della nuova fase di crescita e maturazione della personalità. Questo ha rappresentato la professoressa Lorello, come ha ribadito ai genitori presenti la dirigente Del Prete, per i suoi alunni ma anche per i docenti: un modello da seguire, per rendere la scuola una grande famiglia nella quale tutti i suoi membri interagiscono per crescere e migliorare insieme.

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