Un’orizzonte più roseo per Torre di Pescopagano?

di Nicola Rosselli

 MONDRAGONE. Un orizzonte più roseo per Torre di Pescopagano? A chiederselo il preside Geppino De Angelis, illustre maestro di giornalismo, che da poco meno di mezzo secolo ha il suo buen retiro in questa località del litorale domitio.

Un litorale che, per caratteristiche naturali, senza l’assurdo intervento distruttivo dell’uomo, sarebbe potuto essere tra i più belli al mondo. “Qualcosa, dopo decenni di abbandono e di progressivo degrado, soprattutto per quel che riguarda la zona di competenza territoriale del Comune di Mondragone, comincia finalmente a muoversi? Questo l’interrogativo d’obbligo, misto ad un po’ di fiduciosa speranza, – afferma il preside aversano – per quanti come noi, una quarantina di anni fa, ebbero l’ingenuità di investire i loro sudati, pochi, risparmi acquistando un fazzoletto di terreno nella lottizzazione Pavoncelli, costruendosi una casetta dove trascorrervi i pochi giorni dell’estate. L’interrogativo è sorto dopo che nei giorni scorsi su ‘Il Mattino’ è stata pubblicata la notizia della presentazione di una proposta di legge regionale, a firma del consigliere Angelo Consoli, per l’aggregazione di Torre di Pescopagano (parte di Mondragone) al Comune di Cancello Arnone, che già in proposito ha approvato la relativa delibera”.

De Angelis evidenzia come “immediatamente c’è stata la reazione di tanti politici mondragonesi che hanno promesso fuoco e fiamme, pur di far andare a monte la proposta, senza chiedersi, però, finora cosa hanno fatto in quasi mezzo secolo le varie amministrazioni comunali di Mondragone (a prescindere da colore e formula) per risolvere i problemi della zona, dove manca l’illuminazione nelle strade, dove anche i residenti estivi pagano la Tarsu senza che l’immondizia venga tolta, dove regnano degrado, abbandono, abusivismo di ogni genere, mentre l’intera zona sembra una nuova Harlem”.

“Quanto, poi, all’Imu come seconda casa, – ricorda il collega giornalista – la prima rata pagata nei giorni scorsi ha superato di gran lunga quella che, certamente, non viene pagata nemmeno nelle più rinomate zone della costiera amalfitana. La reazione mondragonese può essere compresa, perché dover rinunziare ai soldi della Tarsu, dell’Imu, del condono e altre bazzecole del genere, non fa piacere. Ma tali politici farebbero bene a recitare onestamente (se hanno tale onestà intellettuale) il mea culpa. Se, poi, si dovesse arrivare al referendum, è chiaro che avrebbe senso solo se a votare dovessero essere i residenti stabili e stagionali in Torre di Pescopagano e non anche i residenti a Mondragone. In caso contrario significherebbe per i “pescopaganesi” aggiungere la beffa al danno”.

In chiusura: “Ultima considerazione: perché l’amministrazione di Castelvolturno, a differenza di quella di Mondragone, da tanti anni si è sempre interessata della parte di propria competenza di Torre di Pescopagano, provvedendo al rifacimento delle strade più importanti, della illuminazione pubblica, del servizio di raccolta rifiuti? Ai politici di Mondragone la risposta!”.

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