Crisi, l’altro “Supermario” ottiene lo scudo anti-spread

di Redazione

Merkel e MontiBRUXELLES. L’Eurozona avrà un meccanismo per stabilizzare i mercati e soprattutto calmierare i tassi di interesse dei Paesi virtuosi.

Dopo un estenuante negoziato, sbloccato nella notte grazie alla minaccia di un veto di Italia e Spagna sull’intero pacchetto di misure del Summit Ue – incluso il piano crescita da 120 miliardi – Mario Monti strappa quello da mesi chiede ai partner europei, piegando le resistenze di Angela Merkel: uno scudo anti-spread che tuttavia, precisa il premier, proprio l’Italia non intende per il momento utilizzare. Nell’intesa raggiunta dai leader Ue si prevedono anche misure per la crescita e la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo europeo salva stati, con il quale sperano di rassicurare i mercati, mettere un freno alla speculazione e ridare stabilità all’euro.

Monti lascia il Consiglio soddisfatto: “L’Italia si è battuta per queste misure – dice Monti – ma non abbiamo intenzione di avvalercene, tuttavia ritenevamo che fosse un meccanismo utile in linea di principio. La zona euro ne esce rafforzata”. Il premier parla di “soddisfazione duplice dal punto di vista dei contenuti, perché nel Patto per la crescita abbiamo tutte le cose che volevamo”.

VAN ROMPUY. “Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano”, dichiarano i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy, al termine del vertice dell’Eurogruppo terminato poco dopo le 4 di mattina. “Oggi abbiamo concordato qualcosa di nuovo. La prima è che con le decisioni prese, le nostre banche potranno essere presto ricapitalizzate direttamente dal fondo salva Stati, sotto certe condizioni, e potranno avere un’unica sorveglianza, con il pieno coinvolgimento della Bce”, ha spiegato Van Rompuy. “La seconda, è che abbiamo aperto alla possibilità che i paesi che si comportano bene usino il fondo Efsf-Esm per assicurare i mercati”. Le due decisioni rispondono alle richieste di Italia e Spagna che hanno subito tolto la riserva che avevano posto al Vertice Ue sul patto per la crescita e il lavoro, in nome di misure immediate per la stabilità finanziaria.

BCE E UNIONE MONETARIA. Il presidente francese Francois Hollande non anticipa nulla, ma ai giornalisti assicura che dall’Eurosummit sono uscite decisioni importanti. “La Bce giocherà un ruolo pieno nella supervisione unica bancaria”, sottolinea Barroso, riferendo che l’Istituto di Francoforte ha “concordato” di servire come agente di Efsf e Esm. “Siamo tutti d’accordo ad imprimere un’accelerazione sull’Unione monetaria ed economica”, assicura van Rompuy. Le decisioni sul meccanismo anti-spread dovranno essere applicate entro l’Eurogruppo del 9 luglio prossimo. Mentre la road map finale sul rafforzamento dell’Unione monetaria sarà presentata in ottobre.

PRESSING ITALO-SPAGNOLO. L’accordo è frutto di una tattica diplomatica senza precedenti: Monti, affiancato da Rajoy, minaccia di bloccare l’intero Vertice fino a quando non sarà loro concesso quanto chiedono, nonostante gli sherpa dell’Eurogruppo abbiano appena messo sul tavolo dei leader una bozza di meccanismo che sembra andare incontro alle richieste italiane. Evidentemente il professore teme che a livello di capi di Stato e di governo tornino i veti: e così, insieme a Madrid, minaccia di bloccare tutto. Inoltre, bloccando il pacchetto crescita da 120 miliardi, spingono la Francia di Hollande – che si è intestata il piano – a premere ancor di più su una Angela Merkel. Che non a caso fonti tedesche descrivono “irritatissima” con lo spagnolo, ma soprattutto con l’italiano. La strategia funziona alla perfezione.

SPREAD IN CALO. Primi effetti positivi sullo spread Bund-Btp dall’accordo raggiunto nella notte a Bruxelles. Il differenziale crolla in apertura di oltre 40 punti, scendendo dai 468 punti della chiusura di ieri a quota 427. In questo modo anche il rendimento dei nostri titoli a 10 anni ritorna sotto il 6%, per l’esattezza al 5,90. Giù di quasi 50 punti anche lo spread dei Bonos spagnoli che ritorna sotto quota 500, a 493 punti, con un tasso dei suoi titoli a 10 anni che cala al 6,56%. Ad attenuare l’effetto positivo sui rendimenti dei titoli di Italia e Spagna il balzo dei tassi dei Bund a 10 anni che cresce di 12 punti base e arriva all’1,63%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib sale del 3,08% in avvio segnando 13.800 punti.

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