Brindisi, Vantaggiato: “Misi io la bomba a Cosimo Parato”

di Mena Grimaldi

 BRINDISI. Si è concluso l’interrogatorio nel carcere di Lecce di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino reo confesso dell’attentato all’istituto “Morvillo-Falcone” di Brindisi dove morì Melissa Bassi e altre 5 studentesse rimasero gravemente ferite.

Vantaggiatoavrebbe ammesso le proprie responsabilità per un altro attentato, quello compiuto nel febbraio del 2008 a Torre Santa Susanna ai danni di Cosimo Parato, da lui accusato di averlo truffato. Lo ha detto l’avvocato Franco Orlando, dopo l’interrogatorio in carcere. L’interrogatorio, iniziato nelle prime ore di lunedì, è stato svolto dai pm titolari dell’inchiesta, Guglielmo Cataldi della Dda di Lecce e Milto De Nozza della Procura di Brindisi. A quanto si è appreso, in carcere è arrivato anche il criminologo Francesco Bruno, consulente della difesa.

Quello di oggi è il terzo interrogatorio per Vantaggiato, dopo quelli avvenuti in questura a Lecce il 6 giugno e tre giorni dopo in occasione dell’udienza di convalida del fermo di pg. Non è escluso che il 68enne di Copertino durante questo interrogatorio abbia chiarito alcuni interrogativi rimasti ancora senza risposta. Sembra, infatti, che sia stato lo stesso uomo a chiedere di essere interrogato.

Oltre al movente, nella vicenda resta ancora da chiarire sia la possibilità di eventuali complici che abbiano aiutato Vantaggiato almeno nella fase del trasporto e della preparazione degli esplosivi, sia la destinazione delle altre tre bombole ritrovate una settimana fa nel terreno di proprietà dell’imprenditore. Al suo legale, Vantaggiato ha spiegato che aveva intenzione di utilizzarle lo stesso giorno della strage a Brindisi, assieme alle altre tre da lui portate davanti alla “Morvillo Falcone” e fatte esplodere.

La tesi non ha convinto gli inquirenti, che continuano ad indagare nel passato dell’imprenditore, per appurare se ci sia la sua mano dietro ad alcuni attentati rimasti insoluti. Altro punto da chiarire su questa vicenda è anche la condotta di altre persone come il preside della scuola, Angelo Rampino. Dal giorno della strage, Rampino ha rilasciato molte interviste spesso contraddittorie o che hanno svelato dettagli sulle indagini in corso.

Un preside che nel suo ufficio si era fatto montare una porta blindata e che dal giorno dell’attentato era in ferie. Doveva tornare a lavoro in questa settimana per gli scrutini di fine anno ma è stato sospeso per ragioni di opportunità dall’ufficio scolastico regionale della Puglia.

La sospensione che, si fa notare, è un provvedimento cautelativo e non disciplinare, è stata disposta in attesa che si concludano gli accertamenti amministrativi avviati nei suoi confronti appunto per i contenuti di alcune interviste. Rampino è stato al centro di polemiche anche per alcuni aspetti del suo passato, tanto che si era pure ipotizzata una vendetta nei suoi confronti.

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