Cocaina, alleanza tra Casalesi e Mafia del Brenta

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. I carabinieri del nucleo investigativo di Padova hanno sgominato un’organizzazione italiana di trafficanti di cocaina, eseguendo una ventina di provvedimenti restrittivi tra Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia.

Al vertice dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era il figlio del braccio destro di Felice Maniero, l’ex capo della cosiddetta “mafia del Brenta”. La cocaina veniva portata in Italia dalla Colombia tramite corrieri ecuadoregni a servizio dell’organizzazione, che si affidava a elementi del clan deicasalesiper il recupero del denaro per le “partite” non pagate.

L’operazione, denominata “Persicus”, epilogo di due anni di indagine, è stata resa possibile grazie alla collaborazione con la Direzione centrale per i servizi antidroga di Roma, che ha permesso di eseguire decine di arresti in flagranza, di sequestrare ingenti quantitativi di cocaina, un arsenale di armi (sia da guerra che di fabbricazione artigianale), esplosivi, almeno 4 auto di lusso e 100mila euro in contanti.

La droga viaggiava nascosta in tavole di legno e veniva venduta al dettaglio per cifre che andavano tra i 50 e i 95 euro al grammo, in base alla qualità della merce e al rapporto che l’acquirente aveva con la banda. Fondamentale per le indagini è stato il lavoro di due carabinieri di Padova, riusciti ad infiltrarsi nell’organizzazione e adocumentare i traffici ed i contatti dall’interno.

Impegnati nei blitz circa 400 militari dell’Arma tra le province di Padova, Venezia, Vicenza, Verona, Rovigo, Ferrara, Ravenna, Pisa e Brindisi, che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Venezia, Roberta Marchiori, su richiesta del pm Rita Ugolini della Direzione investigativa antimafiaveneta.

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