Sicurezza al ‘Moscati’: “Riaprire il drappello di polizia”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Un drappello di polizia o carabinieri che vigilino sulla sicurezza del pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa.

Questa la richiesta che si leva da ogni parte dopo l’ennesimo episodio di violenza di lunedì sera, ultimo di uno stillicidio che ha dell’incredibile. Il “Moscati” è un porto di mare, dove solo grazie all’abnegazione dei responsabili e degli addetti si riesce ad arginare le visite nei reparti di ricovero. Il servizio di portierato è praticamente inesistente. I vigilanti presenti non riescono o non vogliono regolamentare nemmeno gli accessi. Discorso a parte per il pronto soccorso, assolutamente sottodimensionato sia come personale che come ubicazione a fronte della mole di interventi chiamato a fornire annualmente.

Un solo dato, macroscopico, per il 2011: 92mila le prestazioni fornite dal solo pronto soccorso, praticamente 300 al giorno, di cui 18mila di pediatria. Alcuni pazienti, lunedì, ma il dato è ordinario e non eccezionale, stavano attendendo anche da oltre tre ore per essere visitati. Troppo anche se si fosse di fronte ad un codice bianco. A questo si aggiunge il carattere rissoso e prepotente di parte dei pazienti e dei familiari con aggressioni continue agli addetti. L’ultima, in ordine di tempo, solo la scorsa settimana con la responsabile del reparto di pronto soccorso raggiunta da un pugno in pieno volto solo per essersi permessa di richiamare alla calma il familiare di un paziente.

“Un drappello di polizia – ha dichiarato il direttore sanitario del ‘Moscati’ Giuseppe Tatavitto – è indispensabile sia per la sicurezza degli operatori, poiché non è pensabile che chi sta lavorando deve mettere a repentaglio la propria incolumità, sia per i pazienti che alla nostra struttura si rivolgono. Del resto, il drappello di pubblica sicurezza è presente anche al san Sebastiano”.

Ad Aversa, invece, aggiungiamo, questa presenza garantita sino a qualche anno fa, è stata, poi, cancellata a causa delle carenze in organico del locale commissariato della polizia di stato, ridotto ai minimi termini.Passando alle carenze di personale, Tatavitto conclude: “Bisogna distinguere le due cose. Al momento mancano sei medici che vengono sostituiti da colleghi di altri reparti, in attesa dell’espletamento del relativo avviso pubblico. Mancano anche 25 unità infermieristiche. Proprio in questi giorni si è provveduto al trasferimento di 12 unità dal ‘Melorio’ al ‘Moscati’. Credo che, al momento, per ogni turno ci voglia almeno un infermiere in più”.

“Siamo di fronte – ha dichiarato da parte sua il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco – ad un duplice problema, strutturale e sociale. Quel pronto soccorso non riesce, di fatto, a far fronte alle esigenze del territorio, per cui deve essere riparametrato secondo le necessità. Le incomprensioni che si creano con i pazienti e i familiari, al di là del fatto che vanno censurate e punite, nascono anche dal disservizio. Quindi, anche la soluzione deve essere duplice: a livello sanitario e di pubblica sicurezza. In questo senso mi sto muovendo da tempo. Si deve capire che il ‘Moscati’ prima di essere un ospedale di elezione, è una struttura di urgenza ed emergenza ed in questo senso deve essere organizzato”.

“Abbiamo indetto lo stato di agitazione dopo questi ultimi fatti – ha, infine, spiegato l’esponente provinciale della FialsFranco Pagano– dopo aver scritto una nota al dirigente sanitario,Giuseppe Tatavitto, in cui si sottolinea che, in mancanza di un drappello di polizia e di un sistema di sicurezza adeguato gli operatori non garantiscono la copertura dei turni in caso di assenze di colleghi”.

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