Consulta disabili: se c’è…consultiamola

di Antonio Arduino

 AVERSA. Se la Consulta dei Disabili ad Aversa c’è va consultata. E’ quanto afferma Paolo Nappa, presidente dell’organismo posto a tutela dei diritti dei diversamente abili residenti in città, nato sul filo di lana della passata legislatura.

Pur plaudendo all’iniziativa avviata dal sindaco di dare il via ad un avviso pubblico indirizzato a quanti intendano usufruire delle forme di assistenza previste dalla legge 328/2000, nonché dalla legge regionale 11/2007: come il trasporto disabili, l’assistenza domiciliare disabili, l’assistenza domiciliare anziani, l’assistenza scolastica disabili, Nappa sottolinea la mancata convocazione della Consulta sul tema che sarà affrontato attraverso una graduatoria stilata dagli operatori comunali dell’ufficio politiche sociali che terranno conto di una impersonale ed inespressiva documentazione.

Giacché per ottenere una o più delle forma di assistenza previste dalla legge basterà produrre una istanza, corredata da documentazione medica e certificazione Isee. “So bene – dice Nappa – che lo statuto della Consulta non prevede alcun obbligo di convocazione dell’organismo da parte del sindaco ma considerando la scarsa disponibilità di risorse economiche destinate, solitamente, a questo settore non basta stilare una graduatoria per assegnare risorse finanziare ai singoli aventi diritto”.

“Perché – spiega – a parità di condizioni economiche e di disabilità i diversamente abili non sono uguali Per determinare a chi, se e come assegnare un certo tipo di aiuto occorre prendere in esame l’intero contesto socio-familiare. Un dato che non è riportato da alcun documento ma che è ben conosciuto ai componenti della consulta costituita da rappresentati delle diverse categorie di disabili”.

“Questo – continua Nappa – permetterebbe non solo d prevenire involontarie discriminazioni ma anche di prevenire abusi da parte di chi non ne avrebbe diritto ma lo acquisisce presentando documentazioni non sempre verificate, come accade talvolta per le autocertificazioni”. “Affiancando all’ufficio politiche sociali un rappresentante della Consulta sono certo – conclude Nappa – che non si verificherebbero abusi né errori ma si garantirebbe il giusto livello di assistenza sociale”.

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