Spending review: esclusi Quirinale, Parlamento e Corte Costituzionale

di Redazione

Napolitano e MontiROMA. Sono esclusi dall’applicazione del decreto legge sulla spending review “la presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento”.

È quanto si legge nella bozza del provvedimento che avvia i tagli alle spese dello Stato e prevede un risparmio di 4,2 miliardi di euro. Si tratta infatti di organi che hanno una autonomia, che si estende anche agli aspetti economici, riconosciuta a livello costituzionale. Sul suo sito, infatti, l’esecutivo invita i cittadini a segnalare sprechi e possibili tagli. Basta cliccare nell’apposita sezione “Esprimi la tua opinione” e compilare un modulo indicando tutti i dettagli richiesti.

I ministeri dovranno presentare invece la loro relazione sui tagli di spesa entro il 31 maggio di quest’anno, prevede ancora la bozza del decreto sulla spending review. “Ciascun ministero, con la collaborazione della struttura di missione istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri – si legge ancora nella bozza – propone un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri”. I progetti, si sottolinea, “devono essere presentati entro il 31 maggio 2012” e il presidente del Consiglio dei ministri assume, anche in assenza delle proposte, “le conseguenti determinazioni”.

“Entro 15 giorni Enrico Bondi dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza”, pari a circa 2,1 miliardi di euro. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Alla domanda su quanto sia la parte di tagli, del totale di 4,2 miliardi di euro, spettante al neo commissario Enrico Bondi, Catricalà ha risposto, “più o meno la metà”. Bondi, nominato lunedì dal governo, intanto è già al lavoro e le prime riunioni sulla questione della revisione della spesa sono in corso. Secondo quanto si apprende, avrebbe incontrato questa mattina il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.

Catricalà ha poi riferito che mercoledì mattina c’è stato un incontro sulla spending review, “ma solo sulla logistica. Abbiamo trovato la collocazione per Bondi al ministero dell’Economia e abbiamo individuato gli uffici della presidenza del Consiglio e del Mef dei quali si avvarrà: si tratta dell’ispettorato della Funzione pubblica per quanto riguarda la presidenza del Consiglio e degli uffici della Ragioneria generale dello Stato per quanto riguarda il Mef”. Tornando al cronoprogramma stabilito dal decreto, Catricalà ha ricordato che Bondi dovrà aggiornare il proprio piano “ogni mese”.

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